Wall Street chiude la prima seduta della settimana raggiungendo nuovi massimi storici spinta dagli accordi commerciali con i Canada.
Così l’S&P 500 ha chiuso a +0,52%, il Nasdaq a +0,47% e il Dow Jones a +0,63%.
Più arretrato il Russel 2000 a +0,14%.
Donald Trump, con i suoi modi aggressivi e spregiudicati, è riuscito ancora una volta a mettere all’angolo il vicino Canada.
Venerdì infatti l’inquilino della Casa Bianca aveva detto che avrebbe sospeso le trattative con lo storico alleato, chiamando le tasse sulle aziende americane “un diretto attacco agli Stati Uniti”.
Cosi ieri il Canada ha deciso di sospendere l’entrata in vigore dei dazi sulle aziende tech americane e riprendere i colloqui con gli Usa per trovare un accordo commerciale vantaggioso per entrambi i paesi.
La corsa di Wall Street è però ancorata al successo delle trattative di Donald Trump con gli altri stati presi di mira dai dazi.
Se il primo cittadino americano non dovesse riuscire a chiudere accordi vantaggiosi con i paesi cardine per l’economia americana allora ci sarebbe un’inversione di rotta per i mercati finanziari e per l’economia a stelle e strisce (e mondiale).
Il tempo a disposizione sulla carta è ancora poco, infatti la sospensione dei dazi durerà ancora poco più di una settimana.
Tornando all’azionario Oracle scatta del 4%, in quello che è uno dei maggiori rialzi dell’S&P500. Il Ceo Safra Catz ha detto che “l’anno fiscale è iniziato bene e sono stati firmati molti grandi accordi, incluso uno che contribuirà a ricavi per 30 miliardi nel corso di due anni”.
Balzo di GMS che ha chiuso a +11,7%. L’azienda di forniture per costruzioni ha comunicato di aver chiuso un’accordo per la vendita delle attività a una sussidiaria di Home Depot per 110 dollari ad azione, con una stima sul valore totatle dell’azienda di 5,5 miliardi di dollari.
Hewlett Packard ha messo a segno un +11,1% e Juniper Networks un +8,4% dopo il raggiungimento dell’accordo con il Dipartimento di Giustizia Americano per la loro fusione. Infatti HPE dovrebbe acquisire Juniper per 14 miliardi di dollari.
Seduta positiva anche per il comparto bancario dopo che la Fed venerdì aveva detto che il sistema finanziario è abbastanza solido da resistere a un’inversione di rotta dell’economia (JPMorgan ha chiuso a +1% e Citigroup a +0,9%).
Passando alle materie prime il Brent ha chiuso la seduta di ieri a -+0,82% a 66,74 dollari al barile. Più timido il rialzo del Wti a +0,14% a 64,92 dollari al barile.
Bene l’oro che chiude l’ultima seduta a +1,52% a 3.324,31 dollari l’oncia. Bena anche l’argento a +1,12% a 36,05 dollari l’oncia.
Infine sul forex l’euro/dollaro è poco mosso a 1,178 e il dollaro/yen scende a 143,7.