Wall Street scatta e vola su nuovi record trainata da Tesla e Nike

Wall Street chiude la seduta di metà settimana in netto rialzo grazie alle performance di Tesla e Nike.

Così l’S&P 500 archivia la giornata a +0,47%, il Nasdaq a +0,94% e il Dow Jones a -0,02%.

Deciso rialzo per il Russel 2000 a +1,31%.

Il mercato americano ha vissuto un entusiasmante recupero dal crollo di oltre il 20% causato dalle politiche commerciali di Trump tra marzo e aprile.

La risalita di Wall Street è sopratutto dovuta alla speranza che il presidente americano riesca a chiudere gli accordi con gli ex partner commerciale prima che lo stop ai dazi finisca, con la deadline sempre più vicina (manca ormai poco più di una settimana).

Washington però sta facendo passi in avanti anche sulla legge di bilancio, chiamata da Trump il “Big Beautifull Bill”, che secondo molti analisti rischia di far decollare il debito americano, danneggiando i rendimenti dei bond, delle azioni e degli altri investimenti.

Proprio il Big Beautifull Bill è stata la causa dell’ultimo scontro tra Musk e Trump con il patron di Tesla che ha criticato aspramente la legge di bilancio proposta da Trump dicendo che porterà alla rovina il paese.

La risposta del presidente americano è stata immediata e durissima. Trump ha infatti minacciato di ritirare tutti i sussidi e i contratti governativi dalle aziende di Musk e di rimandare l’imprenditore in Sud Africa.

Cosi sull’azionario Tesla è crollata martedì del 5,3% ma ieri è riuscita a riprendersi e ha chiuso a +5% dopo aver comunicato i dati sulle vendite dell’ultimo trimestre, migliori delle attese con un totale di 374.000 Model 3 e Model Y.

Va sottolineato però che rispetto all’anno scorso le vendite hanno visto un calo del 13%.

Continua il recupero di Nike che mette a segno un +4,06%.

Constellation Brands, produttore di vino, distillati e birra, è scattato del 4,5% nonostante ricavi inferiori alle attese per l’ultimo trimestre. Nonostante ciò ha confermato le sue previsioni sull’intero anno.

Crolla del 40,4% Centene, intermediario per piani sanitari governativi e assicurazioni private. Il gruppo ha ritirato le previsioni per quest’anno dopo che i dati hanno evidenziato come negli stati in cui opera le patologie siano in calo rispetto agli anni passati. E’ stato il peggior crollo dal 2001, anno di quotazione.

Passando alle materie prime il Brent ha chiuso la seduta di ieri a +2,98% a 69,11 dollari al barile. Sale anche il Wti a +2,7% a 67,22 dollari al barile.

Bene l’oro che chiude l’ultima seduta a +0,31% a 3.360,31 dollari l’oncia. In rialzo anche l’argento a +0,91% a 36,41 dollari l’oncia.

Infine sul forex l’euro/dollaro è poco mosso a 1,179 e il dollaro/yen sale leggermente a 143,86.