Wall Street chiude la seduta di mercoledì il leggero rialzo e recupera le perdite accumulate in mattinata dopo le affermazioni di Trump sulla possibilità di licenziare Powell, salvo poi tornare sui suoi passi e affermare che è molto improbabile che avvenga.
Così l’S&P 500 chiude a +0,32%, il Nasdaq a +0,25% e il Dow Jones a +0,53%.
Rimbalza il Russel 2000 a +1%.
Le frizioni tra Trump e Powell sono sempre state un leitmotiv di questa amministrazione nel tentativo del presidente americano di mettere pressione a capo della Fed per tagliare i tassi di interesse e dare nuova linfa alle aziende americane.
Un tema che Powell ha sempre trattato con assoluta professionalità, spiegando che l’obiettivo della Fed è quello di studiare i dati economici e intervenire mantenendo un equilibrio tra crescita e inflazione.
Un compito particolarmente complicato in un contesto di decrescita mondiale a cui si è aggiunta la stangata dei dazi e la guerra commerciale iniziata da Donald Trump.
Wall Street poi, sebbene apprezzi i tagli dei tassi, è preoccupata sopratutto da chi potrebbe prendere il posto di Powell. Infatti una Fed debole e incapace di prendere misure impopolari non sarebbe in grado di mantenere l’inflazione sotto controllo.
Tornando all’azionario vola Johnson & Johnson (+6,2%) dopo i conti sopra le attese e la revisione a rialzo delle previsioni a fine anno.
Chiudono sopra la parità altre big come Tesla (+3,5%), AMD (+2,87) e Ely Lilly (+2,34%).
Tra le peggiori invece Micron a -3,06%, Best Buy a -2,93% e Ford a -2,85%.
Passando alle materie prime il Brent chiude a -0,28% a 68,52 dollari al barile. Appena positivo il Wti a +0,26% a 66,69 dollari al barile.
L’oro chiude l’ultima seduta a +0,46% a 3.351,9 dollari l’oncia. Piatto l’argento a +0,01% a 38,115 dollari l’oncia.
Infine sul forex l’euro/dollaro è poco mosso a 1,162 e il dollaro/yen a 148,41.