Nei dodici mesi, i ricavi consolidati crescono del 3,1% a 3.718,8 milioni, con un contributo trimestrale di 950,9 milioni.
Il margine di interesse si conferma sui livelli dello scorso anno (1.971,5 milioni contro 1.984,8 milioni) con un contributo trimestrale stabile (495,5 milioni contro 497,1 milioni), “nonostante il calo dei tassi di mercato (Euribor 3M: -116 bps a/a; -90bps nel semestre) e la forte pressione competitiva su impieghi e raccolta”.
Le commissioni e gli altri proventi netti salgono del 14,2% a 1.072,4 milioni con un contributo trimestrale di 253 milioni (-7,2% t/t).
I costi di struttura salgono da 1.542,2 a 1.609,8 milioni (+4,4% a/a) con la consueta stagionalità nell’ultimo trimestre (432,6 milioni; +8,9% t/t).
L’utile netto salda a 1.330,1 milioni (+4,5% a/a).
Il CET1 ratio si riduce di circa 10 bps nei 12 mesi da 15,2% a 15,1%, il Total Capital ratio sale al 17,9% mentre il Leverage ratio si mantiene elevato al 6,8% e l’indice MREL è pari al 42,6% degli RWA e al 19,3% delle esposizioni LRE (a fronte di requisiti minimi fissati per il 2025 rispettivamente pari al 23,92% ed al 5,91%).
Il Consiglio proporrà alla prossima assemblea la distribuzione di un saldo dividendo unitario di €0,59 per azione che, tenuto conto dell’anticipo erogato a maggio (€0,56), porta il dividendo annuale a €1,15, corrispondente ad un payout del 70% ed un incremento annuo del 7,4%; l’avvio del terzo e conclusivo piano di riacquisto e cancellazione di azioni proprie per un controvalore pari a 400 milioni.
Mediobanca conferma la guideline per il 2026 che prevede una ulteriore crescita di ricavi, utili (a 1,4mld) e dividendo, con payout 100% cash.