Le borse europee accelerano a metà seduta con l’andamento tonico dei futures di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1,8% a 40.667 punti, seguito da Ibex35 di Madrid (+1,2%), Dax di Francoforte (+1,1%), CAC 40 di Parigi (+0,9%) e Ftse 100 di Londra (+0,3%).
Metabolizzati i dati deludenti sull’occupazione negli Stati Uniti pubblicati venerdì, gli investitori tornano a sperare in un taglio ai tassi da parte della Fed per sostenere l’economia americana.
I mercati stimano la probabilità superiore all’80% per un allentamento il mese prossimo, scontando appieno un ulteriore taglio entro la fine dell’anno.
Nel frattempo, Trump ha affermato che nei prossimi giorni annuncerà un nuovo governatore della Fed e un nuovo responsabile della statistica sul lavoro a seguito del licenziamento in tronco di Erika McEntarfer.
Sempre in tema di banche centrali, gli analisti si aspettano che giovedì la Banca d’Inghilterra ridurrà il tasso d’interesse di 25 punti base al 4%.
Parallelamente restano monitorati gli sviluppi sui dazi dopo che il rappresentante al commercio degli Stati Uniti Jamieson Greer ha espresso un cauto ottimismo sui colloqui con la Cina circa i flussi di terre rare, a seguito dei colloqui che hanno ulteriormente consolidato i legami tra le due economie.
Sul fronte macro, attesi dagli Stati Uniti gli ordini di fabbrica di giugno.
Sul forex, l’euro/dollaro resta a 1,157 mentre il cambio dollaro/yen riduce il rialzo a 147,7. Tra le materie prime, il petrolio torna in rosso con il Brent (-1,2%) a 68,8 dollari e il Wti (-1,3%) a 66,5 dollari al barile dopo che l’OPEC+ ha concordato un altro importante aumento della produzione da settembre alimentando le preoccupazioni su un eccesso di offerta globale.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala a 84 punti base con il rendimento sul decennale italiano al 3,51%.
Tornando a Piazza Affari, continuano a guidare le banche, trainate da Mediobanca che sale in vetta a +4,1%, seguita da Popolare di Sondrio (+4%) e MPS (+3,2%) dopo le parole vicepremier Tajani, contrario all’ipotesi di un “contributo volontario” per gli istituti di credito. Scivola in fondo Amplifon (-1,1%), preceduta da Diasorin e Campari (entrambe -0,9%).