Prevista partenza incerta per le principali borse europee.
Chiusura ieri iialzo a Wall Street con Dow Jones a +1%, l’S&P500 a +0,3% e il Nasdaq a +0,1%.
Sui mercati asiatici, Tokyo che cede l’1,4%, Hong Kong lo 0,4% e Shanghai lo 0,3%.
Tra gli operatori continua a prevalere l’aspettativa di un allentamento da parte della Fed per il mese prossimo in scia alle parole del Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, secondo il quale si potrebbe “procedere con una serie di tagli ai tassi, a partire da uno da 50 punti base a settembre”.
Nel frattempo, Trump, che ha criticato la Fed per non aver allentato i tassi, ha affermato che potrebbe nominare il prossimo presidente della banca centrale “un po’ prima”, aggiungendo di essere sceso a tre o quattro potenziali candidati come successori di Powell.
Parallelamente, persistono le tensioni geopolitiche dopo il numero uno della Casa Bianca ha avvertito che “se la Russia non mette fine alla guerra le conseguenze saranno molto gravi”.
Dall’agenda macro, il PIL preliminare del Regno Unito del secondo trimestre 2025 ha evidenziato un +0,3% su base trimestrale, sopra le attese (+0,1%) ma in rallentamento rispetto al +0,7% del 1Q25. A livello tendenziale, ha visto un incremento dell’1,2%, sopra le attese (+1,0%) e dopo il +1,3% dell’ultima rilevazione.
Nella stessa area, a giugno, la produzione industriale è salita dello 0,7% su base mensile, rispetto al +0,2% delle attese e al -1,3% di maggio. Su base annua, è aumentata dello 0,2%, a fronte del -0,3% stimato e del -0,2% del mese precedente. La produzione manifatturiera ha riportato un +0,5% su base mensile, in linea alle previsioni, dopo il -1,0% di maggio. Su base annua ha riportato una variazione nulla, a fronte del -0,9% stimato e del +1,0% del mese precedente.
Sempre a giugno, la bilancia commerciale del Regno Unito ha evidenziato un deficit di 5,01 miliardi di sterline, in peggioramento rispetto al disavanzo d 4,55 miliardi di maggio.
Attesi stamane, dall’Eurozona, il PIL, 2Q25 seconda lettura preliminare e la produzione industriale di giugno; nel pomeriggio, dagli Stati Uniti, le richieste settimanali sussidi di disoccupazione e l’indice dei prezzi alla produzione di luglio.