Wall Street chiude la prima seduta della settimana in rialzo dopo le parole di Donald Trump che hanno alleggerito le tensioni verso la Cina.
L’S&P 500 archivia così le contrattazioni a +1,56%, il Nasdaq a +2,21% e il Dow Jones ha chiuso a +1,29%.
Meglio di tutti il Russell 2000 a +2,79%.
Venerdì il presidente americano Donald Trump, sulla sua piattaforma social Truth, aveva minacciato un enorme aumento dei dazi verso la Cina.
Parole arrivate in risposta alle restrizioni del governo cinese sulle esportazione di terre rare verso gli Usae che avevano fatto crollare Wall Street.
Ieri però l’inquilino della Casa Bianca ha ammorbidito i toni dicendo che ne lui ne Xi Jinping vogliono mettere in difficoltà i propri paesi e che “gli Usa vogliono aiutare la Cina, non farle male”.
La risposta della Cina è stata immediata. Il gigante asiatico ha sottolineato di non volere una guerra dei dazi, ma se dovesse arrivare “non ne saremo spaventati”.
Sullo sfondo restano le preoccupazioni sulla corsa dei mercati finanziari iniziata ad aprile con molti operatori che iniziano a credere che i prezzi dei titoli siano schizzati troppo in alto, in particolare nel settore dell’intelligenza artificiale.
Alcuni analisti vedono nel settore AI gli echi di quanto già successo agli inizi del 2000 con la bolla dot-com e la palla adesso è alle società tecnologiche che se non riusciranno ad alzare i profitti (giustificando così i valori elevati dei titoli) saranno destinati a sgonfiarsi.
Tornando all’azionario però l’AI continua a dominare la scena.
Broadcom ha chiuso a +9,9%, il più importante rialzo del’S&P500, dopo aver annunciato un accordo con OpenAI per lo sviluppo di infrastrutture volte ad accellerare uno sviluppa custom di ChatGPT.
Grande attesa poi questa settimana per le trimestrali di JPMorgan, Johnson & Johnson e United Airlines.
Ancora sotto pressione i titoli del’Oil & Gas in scia al crollo del greggio, causato anche dalla fine della guerra a Gaza. Infatti la pace firmata alla fine della scorsa settimana ha dissipato parte delle preoccupazioni legate alle interruzioni delle forniture (ad esempio sullo stretto di Hormuz).
Così dopo il crollo del 3,82% di fine settimana scorsa ieri il Brent ha chiuso -0,17% a 63,32 dollari al barile. Flat il Wti (dopo il -4,24% di venerdì) a 58,66 dollari al barile.
Balzo dell’oro a +2,28% a 4.145,72 dollari l’oncia. Vola l’argento a +6,57% a 51,43 dollari l’oncia.
Infine sul forex l’euro/dollaro scende a 1,156 e il dollaro/yen scende a 152,46.