Mercati asiatici – In rimonta dopo le parole di Powell e nonostante la deflazione cinese

Seduta in rimonta per le principali borse asiatiche mentre ieri Wall Street ha chiuso mista.

Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente l’1,1 e l’1,5%, toniche come Hong Kong (+1,9%) e il Giappone con il Nikkei a +1,8% e il Topix a +1,6%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -0,8%, l’S&P500 a -0,2% e il Dow Jones a +0,4%.

Il sentiment beneficia delle parole del presidente della Fed Powell il quale ha espresso le proprie preoccupazioni per l’indebolimento del mercato del lavoro, rafforzando le aspettative su un taglio ai tassi per questo mese.

Allo stesso tempo gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi sul fronte commerciale con Trump che ha minacciato un embargo sull’olio da cucina cinese come ritorsione al boicottaggio di Pechino sulla soia americana.

Ad alimentare ulteriormente le tensioni è l’Unione Europea che starebbe infatti valutando di obbligare le aziende cinesi a cedere tecnologia alle aziende europee se vogliono operare a livello locale.

Infine, resta l’incertezza politica in Giappone a seguito della recente uscita del partito Komeito dalla coalizione di governo guidata dal Partito Liberal Democratico, una mossa che segnala i dubbi sulle politiche di Sanae Takaichi e potrebbe rendere più difficile l’iter verso la sua nomina a premier.

Dall’agenda macro, persiste la deflazione cinese con i prezzi al consumo di settembre calati dello 0,3% su base annua, a fronte di una stima di -0,2% e del -0,4% di agosto.

Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,163 mentre il cambio dollaro/yen scende a 151,0. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (flat) a 62,4 dollari e il Wti (+0,1%) a 58,8 dollari al barile.