Unicredit ha chiuso il terzo trimestre 2025 con un utile netto di 2,6 miliardi di euro (al di sopra del consensus medio di 2,43 miliardi) e 8,7 miliardi nei primi nove mesi, in crescita del 13% sull’anno precedente.
I ricavi netti restano invariati a 18,8 miliardi rispetto al settembre 2024, con una flessione del 3,7% registrata dal margine di interesse principalmente per via della riduzione dei tassi e un aumento delle commissioni, salite del 3,4% rispetto all’esercizio precedente.
I costi dei nove mesi salgono dello 0,4% a 6,9 miliardi con un rapporto costi/ricavi al 36,8%, il più basso del settore nonostante gli investimenti fatti per l’ampliamento del perimetro con Vodeno e Alpha Bank Romania. Il Rote si attesta al 19,1% nel trimestre e al 21,7% nei nove mesi, con contributi positivi da tutte le aree di business.
Le esposizioni deteriorate lorde si sono attestate a 11,6 miliardi nel terzo trimestre (-1,9% anno su anno) generando un rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi del 2,6%; le esposizioni deteriorate nette si sono attestate a 6,3 miliardi (+1,1%) con un npe ratio invariato all’1,4%. Il rapporto di copertura sulle esposizioni deteriorate è stato del 45,4%. Le sofferenze lorde si sono attestate a 3,4 miliardi nel terzo trimestre (+4,5% anno su anno) con un rapporto di copertura del 65,6%.
Unicredit conferma la stima dell’utile netto 2025 a circa 10,5 miliardi e prevede una distribuzione complessiva per i soci pari o superiore a 9,5 miliardi, di cui almeno 4,75 in dividendi. La banca approvato un acconto di 2,2 miliardi (1,43 euro per azione) in pagamento il 26 novembre, con la tranche residua di buy back da 1,8 miliardi al via entro ottobre.