Le borse europee chiudono perlopiù deboli, con Wall Street mista dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,1% a 43.202 punti, poco mosso come il Ftse 100 di Londra (-0,01%) e il Dax di Francoforte (+0,02%); chiudono in ribasso l’Ibex35 di Madrid (-0,7%) e il CAC 40 di Parigi (-0,5%).
Oltreoceano, il Dow Jones guadagna lo 0,35%, mentre il Nasdaq e lo S&P 500 cedono rispettivamente lo 0,9% e lo 0,4%.
La Bce conferma le attese mantenendo i tassi d’interesse fermi al 2%. In una nota diffusa dopo la riunione, Francoforte ha sottolineato che “l’inflazione rimane prossima all’obiettivo di medio termine del 2% e la valutazione del Consiglio direttivo sulle prospettive di inflazione è sostanzialmente invariata”.
Il tutto mentre gli investitori stanno ancora metabolizzando quanto emerso ieri sera dalla Fed che, come stimato, ha tagliato i tassi di 25 punti per la seconda volta consecutiva portandoli al 3,75-4%, spiegando che “l’incertezza sulle prospettive economiche rimane elevata”.
Il presidente Powell ha avvertito che il mercato del lavoro si sta raffreddando e l’inflazione resta elevata, mentre lo shutdown rischia di pesare temporaneamente sulla crescita. Anche per questo un terzo taglio a dicembre è “tutt’altro che scontato”.
Resta l’attenzione anche sul fronte commerciale dopo il vertice tra Trump e Xi Jinping in Corea del Sud, il primo dal G20 di Osaka del 2019, con le parti che hanno confermato la tregua. Tra i risultati, i dazi sui prodotti cinesi passano dal 57% al 47% e sono stati dimezzati quelli del 20% legati al problema del fentanyl.
Dall’agenda macro, la lettura preliminare di ottobre dell’indice dei prezzi al consumo, diffusa dall’Istituto federale tedesco di statistica, ha segnato un +0,3% su base mensile, al di sopra del +0,2% delle attese e del mese precedente. Su base annua, l’inflazione si è attestata al 2,3%, superiore rispetto al 2,2% delle attese ma in rallentamento rispetto al 2,4% di settembre.
In Italia, nel terzo trimestre 2025, il Pil preliminare ha registrato una variazione nulla su base trimestrale, rispetto al +0,1% delle attese e al -0,1% del 2Q25. Su base annua, ha mostrato un incremento dello 0,4%, stabile rispetto al trimestre precedente ma sotto le attese (+0,6%).
Sempre nel nostro Paese, a settembre, il tasso di disoccupazione si è attestato al 6,1%, leggermente superiore rispetto al 6,0% stimato e di agosto.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,157, mentre il cambio dollaro/yen sale a 154,1. Tra le materie prime, petrolio in lieve aumento con il Brent (+0,1%) a 64,4 dollari e il Wti (+0,25%) a 60,6 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 76 punti base con il rendimento sul decennale italiano al 3,40%.
Tornando a Piazza Affari, chiude in vetta Campari (+11,0%) dopo i conti, seguita da Tenaris (+4,9%), TIM (+4,8%), Italgas (+4,2%); chiude in fondo Stellantis (-8,9%), preceduta da Prysmian (-4,0%), Amplifon (-1,8%), Inwit (-1,45%).
























