Apertura in rosso per le principali borse europee.
A Milano, il Ftse Mib cede l’1,2% a 42.700 punti, negativo come il Dax di Francoforte (-1,5%), l’Ibex35 di Madrid (-1,5%), il CAC 40 di Parigi (-1,3%) e il Ftse 100 di Londra (-0,8%).
Pesa l’incertezza sulle prossime mosse della Fed dopo che alcuni funzionari della banca centrale statunitense hanno espresso opinioni contrastanti sulle prospettive di ulteriori tagli ai tassi. Tra questi, il presidente dell’istituto di Chicago, Austan Goolsbee, che si è dichiarato più preoccupato per l’inflazione che per il mercato del lavoro. La sua omologa di San Francisco, Mary Daly, ha invece affermato che i policy maker dovrebbero “mantenere una mentalità aperta” sulla possibilità di un taglio a dicembre.
Sempre in tema di politica monetaria, la banca australiana, come previsto, ha confermato i tassi al 3,60%, fornendo pochi spunti su quando potrebbe iniziare a tagliare nel 2026 e restando prudente a causa delle pressioni sui prezzi e di un mercato del lavoro ancora “un po’ teso”.
Sullo sfondo restano monitorate le tensioni tra USA e Cina con Trump che, nel sottolineare la persistenza dei controlli sulle esportazioni tecnologiche anche dopo i recenti colloqui con Xi Jinping, ha affermato che i chip Blackwell più avanzati di Nvidia “rimarranno negli Stati Uniti” e non saranno venduti a Pechino.
Dall’agenda macro, il PMI manifatturiero giapponese finale di ottobre si è attestato a 48,2 punti, leggermente inferiore ai 48,3 punti del preliminare e del consensus.
Attesi, nel pomeriggio, dagli USA, la bilancia commerciale e gli ordini di fabbrica.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,152 mentre il cambio dollaro/yen scende a 153,5. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1%) a 64,3 dollari e il Wti (-1%) a 60,4 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 75 punti base con il rendimento sul decennale italiano al 3,41%.
Tornando a Piazza Affari, tra i pochi titoli positivi del Ftse Mib, Campari rimbalza in avvio a +1,4% dopo le vendite di ieri avvenute in scia al sequestro di azioni da parte della Guardia di Finanza, seguita da Moncler (+1%) e Ferrari (+0,1%); in fondo STM (-3,1%), Prysmian (-2,9%) e Leonardo (-2,4%).
                















		
		






