Le borse europee tornano contrastate a metà seduta con i futures di Wall Street incerti.
A Milano, il Ftse Mib rallenta con un +0,3% a 44.933 punti, restando comunque positivo come il CAC 40 di Parigi (+0,7%) e l’Ibex35 di Madrid (+0,1%); arretrano il Dax di Francoforte e il Ftse 100 di Londra (entrambi a -0,4%).
Resta l’attenzione sulla politica monetaria con la BCE che, nel suo bollettino economico, ribadisce che, “per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, seguirà un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, spiegando che l’inflazione nell’Eurozona “resta prossima all’obiettivo del 2% a medio termine e la valutazione delle prospettive di inflazione condotta dal consiglio resta pressoché invariata”.
Sempre in tema banche centrali, gli investitori si interrogano su quali saranno le prossime mosse della Fed, dopo la mancata pubblicazione, nelle scorse settimane, di importanti dati macroeconomici a causa dello shutdown, ora ufficialmente terminato con la firma del provvedimento da parte di Trump.
Tuttavia, “È improbabile che i report sull’indice dei prezzi al consumo e sull’occupazione di ottobre verranno pubblicati a causa della chiusura delle attività governative”, ha affermato ieri la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
Dall’agenda macro, nell’Eurozona, a settembre la produzione industriale ha registrato un +0,2% m/m, a fronte del +0,7% delle attese e del -1,1% di agosto. Su base annua, l’indice è salito dell’1,2%, in linea con il mese precedente e al di sotto del +2,1% delle attese.
Nel Regno Unito, il PIL preliminare nel terzo trimestre del 2025 ha evidenziato un +0,1% su base trimestrale, al di sotto delle attese degli analisti (+0,2%) e in rallentamento rispetto al +0,3% del 2Q25. A livello tendenziale il dato mostra un incremento dell’1,3%, al di sotto del +1,4% delle attese e del secondo trimestre.
Sul forex, l’euro/dollaro resta a 1,161 mentre il cambio dollaro/yen scende a 154,6. Tra le materie prime, il petrolio torna a salire con il Brent (+0,5%) a 63,0 dollari e il Wti (+0,5%) a 58,8 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala a 72 punti base con il rendimento sul decennale italiano al 3,37%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta Buzzi (+1,8%), seguita da Fineco e Generali (entrambe +1,7%), con quest’ultima in scia ai conti; sprofonda ulteriormente Azimut (-15,8%) dopo che la Banca d’Italia ha chiesto alla stessa un piano per rimediare a “rilevanti carenze di governance e organizzative”; realizzi su Recordati (-1,6%), preceduta da Ferrari (-1,5%).

























