Le borse europee rallentano a metà seduta in controtendenza all’andamento perlopiù positivo dei futures di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib vira a -0,5% a 43.793 punti, negativo come l’Ibex35 di Madrid (-0,7%), il Dax di Francoforte (-0,5%), il CAC 40 di Parigi (-0,4%) e il Ftse 100 di Londra (-0,1%).
I mercati restano concentrati sui segnali che arriveranno questa settimana sul settore dell’intelligenza artificiale, con la pubblicazione dei conti di Nvidia, nonché sulle possibili mosse della Fed, con una serie di dati diffusi in ritardo a causa dello shutdown e con i verbali relativi alla riunione del 28-29 ottobre.
Gli operatori hanno intanto abbassato la probabilità di un taglio ai tassi USA da 25 punti base a dicembre sotto il 50%, dopo che alcuni funzionari hanno avvertito che un ulteriore allentamento è tutt’altro che garantito e in attesa degli interventi odierni dei membri votanti della Fed, Philip Jefferson, Christopher Waller e John Williams.
Sul fronte macro, secondo la lettura finale, a ottobre, in Italia, i dati sull’inflazione sono tutti risultati in linea ai preliminari e alle attese: l’indice armonizzato UE dei prezzi al consumo è calato dello 0,2% su base mensile ma aumentato dell’1,3% su base annua. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha registrato un -0,3% m/m e un +1,2% a/a.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,160 mentre il cambio dollaro/yen sale a 154,7. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,2%) a 64,3 dollari e il Wti (-0,1%) a 59,9 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala a 74 punti base con il rendimento sul decennale italiano al 3,45%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta Leonardo (+2%), seguita da Hera (+1%) e Saipem (+0,7%); peggiora e resta in coda Interpump (-3%) nonostante l’apprezzamento dei conti da parte degli analisti, preceduta da Azimut (-2,1%) e Cucinelli (-1,8%).
























