Seduta in netto calo per le principali borse asiatiche in linea alla chiusura di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente il 2,5 e il 3,4%, male come Hong Kong (-2,2%) e il Giappone con il Nikkei a -2,3%; limita le perdite il Topix (-0,1%).
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -2,2%, l’S&P500 a -1,6% e il Dow Jones a -0,8%.
Il governo giapponese, guidato dal primo ministro Sanae Takaichi, ha approvato un piano di stimoli economici da 21,3 trilioni di yen, comprensivi di 11,7 trilioni di yen di sussidi, per far fronte alle bollette di gas ed elettricità, e di aiuti economici una tantum per ogni minore.
Inoltre, Tokyo ha lanciato il suo più forte avvertimento finora sui recenti movimenti dello yen, con il ministro delle finanze che ha specificamente menzionato un “intervento” come un’opzione nel tentativo di arginare il calo della valuta.
Dall’agenda macro, l’inflazione giapponese di ottobre ha accelerato al 3% annuo dal 2,9% di settembre.
Sullo sfondo, persistono le preoccupazioni per le valutazioni elevate e la forte spesa tecnologica nonostante i conti oltre le attese e le previsioni ottimistiche di Nvidia.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,154 mentre il cambio dollaro/yen scende a 157,0. Tra le materie prime, petrolio in rosso con il Brent (-1,5%) a 62,4 dollari e il Wti (-1,7%) a 58,0 dollari al barile.

























