Le borse europee restano prudenti a metà seduta con i futures di Wall Street in leggero rialzo.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,1% a 43.186 punti, poco mosso come il Ftse 100 di Londra (+0,2%), il CAC 40 di Parigi (+0,1%), il Dax di Francoforte (-0,1%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,2%).
Focus sull’agenda macro: in Italia, a novembre, i prezzi al consumo preliminari hanno segnato un -0,2% m/m, rispetto al -0,1% delle attese e al -0,3% di ottobre. Su base annua, ha riportato un +1,2%, in linea al mese precedente.
Sempre nel nostro Paese, nel terzo trimestre del 2025, il Pil finale ha segnato un +0,1% su base trimestrale, leggermente al di sopra rispetto alle attese e al preliminare, entrambe flat. Il PIL del 2Q25 aveva segnato un -0,1%. Su base annua, il dato ha evidenziato un +0,6%, dopo il +0,4% della lettura precedente, del consensus e del 2Q25.
Attesi nel pomeriggio i dati sull’inflazione tedesca di novembre.
Resta l’attenzione anche sulle banche centrali mentre si consolidano le aspettative su un allentamento monetario della Fed. I mercati stimano al momento l’80% di possibilità di un taglio da 25 punti base il mese prossimo e propendono per altre tre riduzioni entro fine 2026.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,156 mentre il cambio dollaro/yen oscilla a 156,3. Tra le materie prime, il petrolio resta poco mosso con il Brent (flat) a 62,9 dollari e il Wti (-0,1%) a 59,1 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund rimane a 72 punti base con il rendimento sul decennale italiano al 3,41%.
Tornando a Piazza Affari, prosegue in vetta Cucinelli (+1,6%), seguita da Saipem (+1,2%), Interpump e Stellantis (entrambe +0,9%); scivolano in fondo Buzzi e MPS (entrambe -1,5%) con quest’ultima ancora sotto i riflettori dopo che l’AD Lovaglio e gli azionisti Caltagirone e Milleri sono stati indagati per aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza in relazione alla scalata a Mediobanca. In calo anche Telecom Italia (-1%).























