Avvio incerto per le principali borse europee.
A Milano, il Ftse Mib è flat a 43.419 punti, cauto come l’Ibex35 di Madrid (-0,4%), il CAC 40 di Parigi (-0,3%), il Dax di Francoforte (-0,1%) e il Ftse 100 di Londra (+0,1%).
Cresce l’attesa per la Fed di mercoledì quando, secondo le previsioni, annuncerà un taglio da 25 punti base, e per la successiva conferenza stampa del presidente Powell.
Questa settimana comunicheranno le propri decisioni anche le banche centrali di Australia, Brasile, Filippine e Turchia.
Il tutto mentre le rinnovate pressioni inflazionistiche inducono a rivalutare le prospettive monetarie globali per il 2026.
Restano allo stesso tempo monitorati i rapporti internazionali con il presidente francese Macron che ha avvertito che l’Unione Europea potrebbe essere costretta ad adottare “misure forti” contro la Cina, tra cui potenziali dazi, se Pechino non affronterà il crescente squilibrio commerciale con il Vecchio Continente.
Dall’agenda macro, la produzione industriale tedesca di ottobre è aumentata dell’1,8% su base mensile rispetto al +0,2% del consensus e del +1,1% di settembre. Anno su anno, ha virato a +0,8% dal -1,4% del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,166 mentre il cambio dollaro/yen oscilla a 155,3. Tra le materie prime, petrolio in leggero rialzo con il Brent (+0,2%) a 63,9 dollari e il Wti (+0,2%) a 60,2 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 68 punti base con il rendimento sul decennale italiano al 3,51%.
Tornando a Piazza Affari, corre in avvio MPS (+4,3%) dopo che il CdA ha dato il proprio supporto all’AD Lovaglio, sotto indagine in merito all’acquisizione di Mediobanca, seguita da Leonardo (+1,3%) e Buzzi (+1,2%); in fondo, Ferrari (-1,9%), Stm (-1%), Amplifon e Campari (entrambe -0,9%).

























