Wall Street prende fiato e consolida i guadagni di oltre dieci sedute consecutive durante le quali ha recuperato praticamente tutto il “gap” di quasi il dieci per cento di flessione registrato a cavallo di fine luglio e inizio agosto.
Gli indici sono comunque partiti ancora in positivo, cercando di lanciarsi verso i recenti e ormai non più lontani massimi storici, ma hanno ceduto il passo progressivamente durante il resto della giornata
Dow Jones e S&P500 lasciano sul terreno solo due decimi di punto percentuali, il Nasdaq lo 0,3%. Più sensibile, invece, il calo del Russell 2000 il quale cede poco più dell’uno per cento.
Indice VIX in rialzo di oltre l’otto per cento a quota 14,90 punti.
Mercato obbligazionario con rendimenti ancora in discesa, per la quarta seduta consecutiva, annullando una prima fase di rimbalzo. Nel finale il Tbond cede due punti base chiudendo al 3,81%.
Materie prime ancora con andamenti incerti e poco mosse. Il petrolio non riesce a rimbalzare e chiude quasi invariato a 73,5 dollari al barile.
Giornata di consolidamento invece per i due principali metalli preziosi – oro ed argento – con il metallo più nobile che chiude in lieve calo ma registra un nuovo massimo storico fino a 2.570 dollari l’oncia, solo intraday. L’argento, a sua volta, guadagna inizialmente quasi il due per cento mettendo il naso per un attimo al di là della soglia dei 30 dollari ma terminando anch’esso invariato a $29,5.
Sul mercato valutario, il biglietto verde prosegue nella sua fase di debolezza scivolando anche al di sotto di quota 1,11 rispetto alla moneta unica e fino a 145,5 nei confronti dello yen.
La divisa americana mostra invece i muscoli verso le monete deboli mettendo a segno un nuovo massimo assoluto verso la lira turca a quota 33,8 e risalendo rispetto al rublo russo oltre la soglia di quota 90.