Grifal nel 2018 ha evidenziato risultati leggermente al di sotto dei target indicati in sede di IPO, ma con la spinta positiva dell’innovativo prodotto cArtù. Lo sviluppo del prodotto ha contribuito al +9,8% dei ricavi a 17,4 milioni, mentre Ebitda ed Ebit sono cresciuti rispettivamente del 19 e del 9 per cento. L’esercizio si è chiuso con un utile netto in aumento a 386 mila euro mentre, dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è sceso a 5,9 milioni. Nel 2019 il gruppo si focalizzerà sull’upgrade delle linee di produzione di cArtù, che comporterà però un momentaneo rallentamento del percorso di crescita. Infine, proposto un dividendo di 0,03 euro per azione.
Nel 2018 i ricavi della gestione caratteristica di Grifal hanno evidenziato un incremento del 9,8% a 17,4 milioni, con una crescita omogenea nelle varie classi di prodotti, tra cui cArtù si è distinto triplicando il proprio contributo.
Il dato è leggermente al di sotto del target indicato in sede di IPO per effetto del rallentamento economico che ha portato alcuni clienti a ritardare il lancio di alcuni prodotti destinati ad essere commercializzati con imballaggi Grifal.
A livello geografico, l’Italia ha generato l’80,7% del giro d’affari totale, mentre l’estero ha portato il proprio peso al 19,3 per cento, con il 17,7% proveniente dall’Europa e l’1,6% dal Resto del Mondo.
Nella gestione operativa, l’Ebitda è cresciuto del 19,1% a 2,2 milioni riflettendo le dinamiche del fatturato sopra descritte e gli investimenti effettuati nell’area commerciale, con un’incidenza sui ricavi salita al 12,7% (+100 basis point).
L’Ebit ha invece mostrato un incremento dell’8,7% a 743mila euro, con un margine sceso al 4,3% (-140 basis point), scontando i maggiori ammortamenti spesati nel periodo.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto pari a 386mila euro, in aumento del 7,1% rispetto all’anno precedente, grazie anche a un minor tax rate che ha controbilanciato il peggioramento della gestione finanziaria netta.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è diminuito a 5,5 milioni rispetto ai 6,5 milioni rilevati a fine 2017, grazie alla raccolta ottenuta in sede di IPO.
Nel corso dell’anno sono inoltre stati sostenuti esborsi per investimenti per 2,3 milioni, per riorganizzazione societaria e quotazione per 1,3 milioni e per attività di R&S per 0,8 milioni.
Il management ha poi aggiornato il piano industriale 2019-2020, stimando un valore della produzione pari a 22,2 milioni, un Ebitda di 3 milioni e un Ebit a 1,2 milioni.
Target che sono inferiori rispetto a quanto indicato in sede di IPO, riflettendo il piano di ampliamento della capacità produttiva con particolare focus allo sviluppo della tecnologia per le linee di produzione di cArtù.
Infine, il board ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,03 euro per azione, corrispondente a un dividend yield di circa lo 0,6% rispetto alla quotazione attuale di 5 euro.
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