Fca – Tra le accuse sulle emissioni e le voci di M&A

Vendite a Piazza Affari sulle azione del gruppo italo americano, finito nel mirino delle autorità statunitensi la scorsa settimana per possibili violazioni sulle norme in tema di emissioni.

Intorno alle 11:00 il titolo arretra di circa il 4,5%, contro il -1% del Ftse Mib, dopo il rimbalzo di venerdì seguito al crollo innescato dalle accuse dell’Epa giovedì pomeriggio.

Accuse riprese anche dalla Germania che ha chiesto alla Commissione europea di mediare la disputa con l’Italia. Il ministro dei trasporti tedesco sostiene che le autorità del nostro paese sapevano da mesi che Fca usava dispositivi illegali, ed hanno richiedesto il ritiro di alcuni modelli del Lingotto.

Puntuale è arrivata la lettera da Bruxelles, nella quale si chiedono formalmente al governo Gentiloni spiegazioni convincenti per rispondere alle richieste di Berlino. Pronta è stata anche la risposta delle autorità italiane, che hanno rispedito al mittente le accuse della Germania.

Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha infatti affermato che i test dimostrano che non esistono dispositivi illegali né comportamenti illeciti. Secondo le regole europee, sono le autorità nazionali che omologano i motori e quindi finché dall’Italia non arriveranno conferme su delle possibili violazioni da parte di Fca non c’è niente che Berlino possa fare se non chiedere dei richiami.

In Europa, infatti, non esiste un ente equivalente all’Epa americano e quindi nessuna multa può essere sanzionata. Anche Volkswagen, che ha pagato un conto salato in Usa per il Dieslegate, non è stata sanzionata da questa parte dell’oceano.

Lo scenario peggiore per Fca riguarda quindi la possibilità di dover richiamare veicoli con livelli di emissioni sospetti, anche se l’ammontare dei modelli coinvolti nella disputa con la Germania è piuttosto limitato. Il rischio però è che anche altri paesi si uniscano alle richieste di Berlino, con conseguenti danni di immagine per il Lingotto che potrebbero mettere sotto pressione il titolo in borsa.

Un rischio a cui si aggiunge quello di essere coinvolto anche nel caso Renault. Le autorità di Parigi, infatti, hanno avviato un’indagine sul gruppo francese sempre per possibili violazioni sulle norme per le emissioni, con la possibilità di estendere l’inchiesta anche ad altre case automobilistiche.

Intanto, continuano a rimbalzare voci su possibili operazioni di M&A per il gruppo guidato da Sergio Marchionne. Oltre ad essere tornata alla ribalta una possibile fusione con General Motors, potenzialmente supportata dalla nuova amministrazione Trump, alcuni rumors riportano di un possibile accordo con Volkswagen. La casa di Wolfsburg potrebbe essere interessata ai brand di punta del gruppo, quali Jeep, Alfa Romeo e Maserati, dopo che gli analisti nelle scorse settimane avevano più volte ventilato ipotesi di cessione di tali brand.

Un’operazione con Volkswagen avverrebbe comunque nel medio termine e cioè non prima che Fca riduca il proprio livello di indebitamento, giungendo così al tavolo delle trattative con maggiore forza contrattuale. Tale deal, inoltre, completerebbe i vari tasselli ancora aperti con a diluizione della partecipazione degli Agnelli, e quindi di Exor, nel controllo della società.