USA – I grafici che “inquietano” la Yellen

La chiusura per festività dei mercati a stelle e strisce è l’ennesima occasione per una riflessione sul futuro andamento dei tassi di interesse, ormai in ascesa negli Stati Uniti da oltre un anno.

Lady Fed, più nota come la signora Yellen, si è dimostrata piuttosto decisa nell’affermare la scorsa settimana, durante l’audizione al Senato,che i tassi di interesse dovranno velocemente salire, in quanto un ulteriore indugio potrebbe compromettere la crescita economica futura degli Stati Uniti. La Banca Centrale potrebbe essere costretta, pertanto, ad accelerare il movimento al rialzo con contraccolpi significativi su una economia già in stagnazione.

Ma quali sono i motivi che disturbano il sonno della Presidente della Fed?

Innanzitutto l’inflazione che continua a salire mese dopo mese e sembra inarrestabile. L’indice dei prezzi al consumo è aumentato a gennaio al 2,5%, su base annua, con un significativo incremento rispetto ai mesi precedenti.

Ancora più sbalorditiva è, invece, l’ascesa dell’indice CORE, il più indicativo in quanto depurato delle componenti più volatili quali energia (oil) e prodotti alimentari (food). Questo indicatore si trova al di sopra del due per cento, soglia minima indicata dalla Federal Reserve, da dodici mesi consecutivi.

Come già indicato in articoli precedenti, i tassi di interesse stanno già scontando la ripresa dell’inflazione indotta dall’inondazione di liquidità nei mercati finanziari, ma che si sta ora travasando anche nell’economia reale e con velocità progressiva.

Il grafico sottostante mostra il crollo dei rendimenti obbligazionari negli ultimi trentacinque anni ed il suo mantenimento ad un livello minimo per un periodo troppo prolungato (2006-16) con alcuni effetti controproducenti.

Ora la Yellen sembra costretta a rincorrere e deve inasprire la stretta di liquidità, nella speranza che non sia già troppo tardi. Le probabilità che i tassi vengano alzati nella riunione di marzo sono, di conseguenza, notevolmente aumentate, in seguito alla recente audizione, mentre qualche economista ha già ventilato l’ipotesi di un incremento anche di cinquanta basis points, già nella prossima riunione.

Difficile che la misura sarà così restrittiva, malgrado la Chairman della Fed abbia ben presente che non sarà semplice spegnere la bolla sull’azionario, neanche utilizzando estremi rimedi.

L’ascesa dei mercati finanziari è diventata difficilmente gestibile. L’indice Dow Jones è esattamente triplicato dal minimo del 2008 ad oggi. Dopo aver ignorato per anni l’evidenza di una bolla azionaria, la Fed ora è costretta ad agire.