Mercati – Milano in coda all’Europa dopo Draghi, giù banche e petroliferi

Prosegue in rosso la seduta delle borse europee nel giorno del meeting della Bce e all’indomani dell’annuncio della riforma fiscale statunitense. Intorno alle 16:00 i principali listini del Vecchio Continente scambiano in territorio negativo, con il Ftse Mib di Milano a -0,7%, l’Ibex 35 di Madrid e il Ftse 100 di Londra a -0,6% e il Cac 40 di Parigi a -0,2%, mentre il Dax di Francoforte è quasi sulla parità.

Oltreoceano invece gli indici di Wall Street hanno aperto in frazionale rialzo dopo il rallentamento nel finale di ieri seguito alla presentazione della riforma. In giornata sono previsti i risultati di diverse big del settore tecnologico come Microsoft, Amazon, Alphabet e Intel.

L’attenzione degli investitori europei, invece, si è concentrata principalmente sulla riunione della Banca Centrale Europea, che ha lasciato invariati i tassi di riferimento, e sul successivo discorso del presidente Mario Draghi, che ha sostanzialmente confermato le indicazioni dell’ultimo intervento.

Il numero uno dell’Eurotower ha affermato che la ripresa ciclica è sempre più solida ma la crescita è ancora esposta a rischi, in diminuzione ma ancora prevalenti. L’inflazione core rimane debole ed è tuttora necessaria una politica monetaria di sostentamento per consentire un graduale incremento dei prezzi in tutta l’Eurozona e non per un solo Paese.

Draghi ha inoltre dichiarato che non ci sono motivi per modificare l’outlook sull’inflazione e che le elezioni non condizioneranno le scelte di politica economica. Parole che hanno provocato una forte volatilità sul Forex, con l’euro/dollaro schizzato inizialmente a 1,092 per poi scendere in area 1,086.

Sull’obbligazionario il rendimento del Bund cala leggermente a 0,325% mentre quello del Btp resta al 2,27%, con lo spread stabile in area 195 punti base.

Fra le materie prime il petrolio lascia sul terreno due punti percentuali, penalizzato dalle preoccupazioni per la ripresa della produzione nei giacimenti libici e il continuo incremento dell’output statunitense. Brent e Wti scivolano rispettivamente a 48,7 e 50,9 dollari al barile.

Particolarmente ricca, infine, l’agenda macroeconomica odierna. Dopo la lista di statistiche europee pubblicate in mattinata sono giunti nel primo pomeriggio i dati preliminari di aprile sui prezzi al consumo in Germania, invariati rispetto a marzo e in crescita del 2% su base annua. Negli Stati Uniti invece sono stati diffusi gli ordini di beni durevoli di marzo, ben al di sotto delle attese (+0,7% contro il +2,3% stimato) e le richieste settimanali di disoccupazione (peggiori del consensus).

Tornando a Piazza Affari, pesano soprattutto le vendite sui bancari e sui petroliferi. TENARIS lascia sul campo il 4% nonostante i buoni conti trimestrali, SAIPEM è a -1,7% ed ENI a -1 per cento.

Tra gli istituti di credito UNICREDIT perde il 2,3%, BANCO BPM è a -1,8%, UBI a -1,7% e INTESA a -1,4 per cento.

Pesante anche CNH (-2,4%) dopo i risultati del primo trimestre. Prese di profitto su FCA (-1,6%) dopo il rally di ieri.

Passa in negativo anche STM (-0,8%), dopo gli acquisti della mattinata innescati dalla pubblicazione dei risultati del primo trimestre e da alcune indicazioni positive sul secondo quarter.

Continuano gli acquisti invece su ATLANTIA (+1,4%) e sulle utilities ITALGAS (+1,4%), A2A (+1,1%), SNAM (+0,9%) e TERNA (+0,9%), dopo la debolezza delle scorse sedute.

Invariata GENERALI su cui Fitch ha confermato il rating “A-“ con outlook stabile. Intanto il Ceo Philippe Donnet ha sottolineato che l’esecuzione del piano industriale prosegue secondo quanto previsto, con il piano di riduzione dei costi che sta ulteriormente accelerando. Questo porta a un buon posizionamento della compagnia in vista del raggiungimento dei target fissati a fine 2018.