Usa – Wall Street frena la crescita nel secondo trimestre

L’andamento degli indici americani nella scorsa settimana è stato alquanto soporifero con Dow Jones e S&P500 piatti e solo il Nasdaq in rialzo di mezzo punto percentuale.

Con la chiusura positiva di ieri siamo ormai a metà del secondo trimestre (15 maggio) ed è possibile stilare un primo parziale bilancio con la grande maggioranza delle trimestrali ormai alle spalle.

Il quadro complessivo è che l’andamento degli indici americani è alquanto diverso rispetto ai primi tre mesi dell’anno, malgrado il listino tecnologico abbia registrato nuovi record anche consecutivi.

Nel complesso, lo S&P500 è cresciuto dell’1,5% da inizio aprile, sensibilmente meno nei confronti del 6,7% realizzato nel primo trimestre. Il listino tecnologico è stato il principale trascinatore del movimento di rialzo ma è entrato in territorio di iper comprato già da diverse sedute.

Inoltre, nelle ultime sedute anche il VIX – l’indice della paura – è rimbalzato di quasi un 10% dopo aver toccato i minimi degli ultimi dieci anni sotto quota dieci punti.

Le differenze tra i due trimestri

La principale motivazione dell’andamento molto più laterale del mercato è riconducibile al rallentamento dell’economia a stelle e strisce, confermato anche dalla debolezza dei titoli delle catene di vendita al largo consumo che hanno subito, in alcuni casi, pesanti rovesci riducendo anche le aspettative per il trimestre in corso citando a pretesto la forza del dollaro.

A tale evidenza si sommano anche le perplessità per le riforme annunciate da Trump in campagna elettorale, o nei primi giorni del suo mandato, delle quali nessuna è stata ancora approvata.

In aggiunta, la nuova amministrazione ha recentemente ammesso che la crescita non riuscirà a raggiungere i tre punti percentuali previsti nel primo anno di presidenza, rimandando il tutto al prossimo anno e solo qualora le nuove riforme vengano implementate.

E’, infatti, ormai evidente che senza particolari scossoni l’economia americana non entrerà in recessione, ma continuerà a salire ad un ritmo molto modesto ed inferiore al due per cento, anche nel prossimo biennio.

I dati macroeconomici del mese di aprile non lasciano trapelare la possibilità di un cospicuo rimbalzo del Pil nel secondo trimestre, in scia al già deludente avvio del +0,7% nei primi tre mesi dell’anno.

A tal proposito, la sede regionale della Federal Reserve di Atlanta ha abbassato le stime di crescita dal 4,3% al 3,6%, ad inizio mese. Più pessimista è invece la Fed di New York la quale è già scesa al 1,9%, rispetto al 2,3% annunciato lo scorso 28 aprile.

Un occhio ai dati macro economici

I numeri pubblicati la scorsa settimana sono stati più deboli rispetto alle stime, in particolare nell’incremento dei prezzi al consumo e alla produzione.

La Fed è consapevole del rallentamento della crescita economica, ma non potrà interrompere il ritmo di crescita dei tassi di interesse proprio per avere frecce nel proprio arco nel caso di una prossima recessione negli Stati Uniti.

Le difficoltà delle catene delle vendite al dettaglio, associate con il peso dei debiti privati, pesano sul futuro economico del Paese che non può ancora contare sulle riforme solo annunciate dal presidente Trump.

I titoli delle grandi catene, da JC Penney a Macy’s, al pari dei marchi più noti dell’abbigliamento quali Nordstrom e Target, sono in caduta libera rispetto ai massimi dello scorso luglio.

La settimana entrante

Diversi dati macro economici saranno pubblicati nei prossimi giorni e riguarderanno sia il mercato immobiliare che la produzione industriale. Usciranno anche i Leading Indicators, mentre l’Empire Manufacturing è già risultato negativo per la prima volta dall’elezione di Trump.

Infine, parleranno anche diversi esponenti delle sedi regionali della Federal Reserve, nonché a loro volta membri votanti nel board della banca centrale.

Sul fronte corporate ha destato più di una preoccupazione l’indiscrezione di una possibile riduzione della forza lavoro da parte di Ford, tutta tra i colletti bianchi e non solo negli USA, che dovrebbe essere confermata nel corso della settimana.