Mercati – Europa poco mossa, EUR/USD ai massimi da 8 mesi

Intorno alle 15:45, dopo l’avvio in lieve rialzo di Wall Street, le borse europee continuano a scambiare poco distanti dalla parità, ad eccezione del Ftse Mib (-1,1%) penalizzato dagli stacchi cedola di venti blue chip, con un peso sul listino dell’1,5% circa. Poco mossi invece il Dax di Francoforte (invariato), il Cac 40 di Parigi (+0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%) mentre avanza dello 0,6% il Ftse 100 di Londra.

L’indice spagnolo è parzialmente penalizzato dalla vittoria di Pedro Sanchez alle primarie del partito socialista, che rischia di mettere in difficoltà il governo di minoranza di Mariano Rajoy minando quindi la stabilità politica del Paese.

Sul Forex l’euro schizza sui massimi da settembre 2016, dopo le dichiarazioni del cancelliere tedesco Angela Merkel che ha definito la moneta unica “troppo debole”. L’euro/dollaro sale a 1,1245 e il cross euro/yen supera quota 125, portandosi a 125,2. Poco mosso invece il cambio tra dollaro e valuta nipponica a 111,3.

In mattinata, intanto, Bruxelles ha dato l’ok definitivo alla manovrina predisposta dal governo italiano per compensare la differenza tra la riduzione del deficit pubblico richiesta dall’Europa e quella consentita dalla legge di bilancio 2017. Non sarà aperta dunque nessuna procedura di infrazione a carico dell’Italia, a patto che Roma realizzi le riforme richieste.

Sull’obbligazionario il rendimento del Btp è poco mosso al 2,13%, con uno spread intorno ai 173 punti base, mentre il tasso del decennale spagnolo risale di circa 5 bp all’1,59 per cento.

Tra le materie prime il petrolio prosegue in lieve rialzo con il Brent (+0,5%) a 53,9 dollari e il Wti (+0,6%) a 51 dollari, in scia all’ottimismo circa un prolungamento dell’accordo sui tagli alla produzione nel meeting del prossimo 25 maggio. Ben intonato anche l’oro in area 1.257 dollari l’oncia.

Tornando a Piazza Affari, prosegue in rosso la seduta di molte blue chip appesantite dallo stacco della cedola, in particolare SNAM (-5%), UNIPOLSAI (-4,8%), AZIMUT (-4,2%), GENERALI (-4,1%) e INTESA (-4%).

Tra gli altri titoli, UNICREDIT (+0,2%) continua nel suo processo di dismissione degli npl, con Zagrebačka Banka, la controllata croata dell’istituto guidato da Jean Pierre Mustier, che ha concluso un accordo con APS Delta, una controllata di APS Holding (Repubblica Ceca), per la cessione di un portafoglio di esposizioni deteriorate verso clientela corporate e retail per un valore lordo di libro pari a circa 450 milioni di euro.

Nell’oil & gas in lieve rialzo ENI (+0,3%) che ha avviato in anticipo la produzione dell’Integrated Oil&Gas Development Project nel blocco Offshore Cape Three Points Block (OCTP) al largo del Ghana, mentre SAIPEM ha effettuato il raggruppamento azionario nel rapporto di 1 nuova azione ogni 10 esistenti.

Ancora in rosso FCA (-1,9%) sempre al centro della vicenda in tema emissioni, con la controllata russa del Gruppo che ha informato le autorità di Mosca del richiamo di circa 9 mila Jeep Grand Cherokee vendute tra settembre 2014 e aprile 2016.

In controtendenza infine YNAP (+2,5%), BANCA MEDIOLANUM (+1,9%) e MEDIOBANCA (+1,2%). Poco mossa RECORDATI (+0,2%), che ha siglato un accordo con AstraZeneca da 270 milioni per l’acquisizione dei diritti europei sui prodotti a base di metoprololo.