Generali – Si chiude la vicenda legata a Intesa

Ieri è stato archiviato l’ultimo capitolo della vicenda che vedeva protagonisti Generali e Intesa Sanpaolo.

La compagnia di Trieste ha ceduto la quota del 3,04% detenuta nel capitale sociale di Intesa corrispondente a 510 milioni di azioni ordinarie. Contestualmente è stata chiusa la posizione in derivati connessa a tali azioni.

Ma ripercorriamo brevemente la vicenda. Poco prima della fine di gennaio iniziano a circolare i primi rumor di un possibile interessamento di Intesa su Generali.

A quel punto, Generali aveva rilevato tramite un’operazione di prestito titoli il 3,04% di Intesa come mossa difensiva, allo scopo di congelare i voti nel caso di scalata da parte di Intesa, secondo la normativa sulle partecipazioni incrociate.

In seguito alle conferme dell’interesse da parte della banca milanese, il Gruppo assicurativo aveva tramutato l’operazione di prestito titoli in acquisto effettivo, sterilizzandone però gli effetti sul bilancio con una posizione in derivati, in modo da non subire né perdite né guadagni.

La cessione della partecipazione in Intesa da parte di Generali non giunge a sorpresa, in quanto lo stesso ceo del gruppo, Philippe Donnet, aveva affermato, dopo che l’operazione era sfumata, che la quota sarebbe stata venduta nel breve periodo non essendo strategica.

Le azioni sono state dismesse con un placement fuori mercato ad alcuni investitori istituzionali, mentre Generali detiene ancora una quota marginale di circa lo 0,3% del capitale della banca milanese, considerata come un investimento finanziario.

COMMENTO

Non è facile fare i conti in tasca a Generali per capire quale potrebbe essere l’effetto sui conti di tale operazione il cui investimento iniziale era stato pari a 1,1 miliardi.

Generali aveva infatti dichiarato di avere accompagnato l’acquisto del 3,04% in Intesa da un’operazione in derivati per coprirsi dal rischio di fluttuazioni di prezzo.

Tuttavia si può osservare che il 17 febbraio, giorno dell’acquisto delle azioni, il titolo Intesa quotava 2,17 euro. Prezzo che associato alle 510 milioni di azioni ordinarie acquistate, ha portato a un esborso pari a 1,1 miliardi. Ieri, giorno della vendita, considerando lo stesso quantitativo di azioni con un prezzo di chiusura a 2,55 euro, il corrispettivo incassato sarebbe stato pari a 1,3 miliardi.

Quindi, considerando che nel periodo intercorso tra la data di acquisto e quella di vendita le azioni di Intesa hanno guadagnato quasi il 18%, l’operazione avrebbe generato teoricamente per il Leone di Trieste una plusvalenza da 200 milioni. Bisognerebbe però sapere qual è stato l’effetto dei derivati.

In ogni caso, per la compagnia triestina un ritorno economico c’è stato in quanto ha incassato il dividendo pagato dalla banca lo scorso 24 maggio, pari a circa 90 milioni.