Veneto B./Pop. Vicenza – Si va verso la liquidazione ordinata

Si avvicina il momento decisivo per il salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.

Il Governo sta vagliando due alternative: la ricapitalizzazione precauzionale e la liquidazione ordinata tramite la separazione delle attività in bonis da quelle deteriorate.

La prima strada, che resterebbe ancora preferibile, sta registrando molte difficoltà dopo la richiesta da parte della Commissione Europea di reperire fondi privati per 1,2 miliardi. Per raccogliere questo ammontare, l’esecutivo ha provato a lavorare ad una soluzione di sistema con l’intervento delle principali banche italiane. Solo Intesa ed Unicredit avevano aperto a questa possibilità, ma a patto di confluire in una soluzione di sistema. Tuttavia, la proposta ha lasciato freddi la maggior parte degli istituti. In pochi, infatti, hanno dato la propria disponibilità ad esaminare la proposta.

Ed è per questo che il Governo ha pensato a una piano B, cioè la creazione di una bad bank in cui far confluire i crediti deteriorati in seno alle due ex popolari venete, e quella di una good bank, in cui conferire gli asset in bonis, per poi metterli sul mercato. A questo proposito l’esecutivo ha nominato Rotschild come advisor.

Il problema riguarderebbe l’intervento pubblico nella bad bank, che potrebbe contrastare con la normativa sugli aiuti di Stato. Tuttavia, dato che l’unico obiettivo sarebbe la liquidazione degli asset, non dovrebbero sussistere particolari complicazioni. Sarà comunque necessaria l’autorizzazione europea per poter andare avanti, dopo aver anche verificato quanti fondi dovrebbe immettere lo Stato.

Sulla questione si è espressa anche Margrethe Vestager, commissaria dell’Antitrust europeo: “Nelle regole Ue c’e’ una certa flessibilità. Non sta a me o ai miei servizi decidere quali misure si dovrebbero prendere, sta alle autorità nazionali. Il mio compito e’ assicurarci che quando una direzione viene presa sia applicata in linea con le regole”.