Mercati – Milano ancora la peggiore, fra le banche si salva solo Intesa

Intorno alle 15:45 il Ftse Mib segna ancora un calo dello 0,9%, mantenendosi arretrato rispetto alle altre borse europee. Il Dax di Francoforte ha praticamente riagganciato la parità, mentre il Ftse 100 di Londra (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (-0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%) scambiano ancora in lieve ribasso. Nel frattempo, Wall Street ha aperto sulla parità, in attesa che i repubblicani presentino la loro versione della riforma sull’healthcare.

I mercati risentono ancora della debolezza del petrolio, che tenta un piccolo rimbalzo con Wti e Brent in rispettivamente in area 42,8 e 45,2 dollari al barile. Continua a preoccupare l’eccesso di offerta mondiale che potrebbe indurre l’Opec a considerare ulteriori tagli alla produzione. Ben intonato invece l’oro, in rialzo a 1.253 dollari l’oncia, grazie al generale clima di risk adversion e alla minor probabilità di un rialzo dei tassi Fed nella prossima riunione di settembre.

I bassi prezzi dei prodotti energetici influenzano anche le aspettative di inflazione, rendendo più complesso il raggiungimento dei target delle banche centrali e riducendo di conseguenza le probabilità che queste ultime diminuiscano gli attuali stimoli monetari. Una dinamica che sostiene indirettamente anche i prezzi delle obbligazioni, agevolando il mantenimento dei rendimenti su livelli contenuti. In particolare, il titolo di Stato decennale italiano offre un tasso dell’1,88% e lo spread Btp-Bund resta stabile a 163 punti base.

Pochi spunti dall’agenda macroeconomica, che prevede nel pomeriggio la stima flash sulla fiducia dei consumatori dell’Eurozona di giugno e, negli Stati Uniti, l’indice anticipatore di maggio. Sempre oltreoceano le richieste di disoccupazione si sono attestate a 241 mila unità, sostanzialmente in linea con le 240 mila attese dal consensus.

Ancora scarsi movimenti sul Forex, dove l’euro/dollaro scambia sostanzialmente invariato a 1,116 mentre lo yen, valuta ben comprata nelle fasi più incerte, risale leggermente su moneta unica e biglietto verde riportando i due cambi rispettivamente a 123,9 e 111,1.

A Piazza Affari le vendite investono STM (-3,9%) che ha lanciato un’offerta di obbligazioni senior unsecured per un ammontare nominale di 1,5 miliardi di dollari ed un programma di riacquisto azioni proprie.

In rosso i bancari, con BANCO BPM (-2,4%), UNICREDIT (-1,7%), MEDIOBANCA (-1,8%) e BPER (-1,5%) fra le peggiori. Unica eccezione INTESA (+0,1%) premiata dalla Borsa all’indomani dell’annuncio sulla disponibilità a farsi carico del salvataggio delle venete a condizioni stringenti e non penalizzanti per i conti dell’istituto.

Fra le utilities spicca ITALGAS (+0,7%), mentre ENEL cede l’1% dopo il rialzo di ieri. Intanto la controllata Open Fiber ha dichiarato che sono in corso contatti con 15 banche statunitensi ed europee (italiane comprese) per mettere in piedi un project financing da poco più di 3 miliardi di euro da chiudere entro l’anno.

Ancora in perdita i petroliferi in scia alla debolezza greggio con TENARIS a -0,4%, SAIPEM a -1,4% ed ENI a -1,2 per cento. Intanto, la big del petrolio italiana ha comunicato la firma di una serie di accordi strategici di cooperazione negli ambiti upstream ed energie rinnovabili in Kazakhstan.

In controtendenza rispetto al mercato FCA (+1,5%) e RECORDATI (+0,4%).