Mercati – Milano chiude in coda all’Europa, rimbalza il petrolio

Chiusura contrastata per le borse europee, che recuperano terreno nel finale approfittando della risalita delle quotazioni del greggio. Il Ftse Mib di Milano mette a segno comunque la peggior performance tra i listini continentali, archiviando le contrattazioni in ribasso dello 0,7% a 20.930 punti.

Lieve flessione anche per il Ftse 100 di Londra (-0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%) mentre il Cac 40 di Parigi (+0,1%) e il Dax di Francoforte (+0,2%) terminano poco sopra la parità. In frazionale rialzo anche Wall Street, dove si attende per oggi la presentazione della riforma sull’healthcare da parte dei repubblicani.

Fra le materie prime rimbalzano i prezzi del petrolio, con Wti e Brent in rispettivamente in area 43,2 e 45,7 dollari al barile. In lieve rialzo l’oro a 1.251 dollari l’oncia, grazie anche alla minor probabilità di un rialzo dei tassi Fed nella prossima riunione di settembre che rende più conveniente l’investimento nel metallo giallo a causa dei tassi bassi.

La recente debolezza dei prodotti energetici influenza in parte anche le aspettative di inflazione, rendendo più difficoltoso il raggiungimento dei target prefissati dalle banche centrali e riducendo di conseguenza le probabilità che queste ultime diminuiscano gli attuali stimoli monetari.

Una dinamica che sostiene indirettamente anche i prezzi delle obbligazioni, agevolando il mantenimento dei rendimenti su livelli contenuti. In particolare, il titolo di Stato decennale italiano offre un tasso dell’1,89% mentre lo spread Btp-Bund risale leggermente a 164 punti base.

Pochi spunti dall’agenda macroeconomica, con i dati americani sulle richieste di disoccupazione (sostanzialmente stabili) e sull’indice principale (in linea con le attese), mentre per quanto riguarda l’Eurozona le statistiche preliminari di giugno indicano un miglioramento della fiducia dei consumatori.

Ancora scarsi movimenti sul Forex, dove l’euro/dollaro cala lievemente a 1,115 mentre lo yen scende dai massimi di giornata su moneta unica e biglietto verde, riportando i due cambi rispettivamente a 124,2 e 111,4.

A Piazza Affari scattano i realizzi sui bancari dopo la performance positiva della seduta precedente, ad eccezione di INTESA (+0,7%), premiata dalla Borsa all’indomani dell’annuncio sulla disponibilità a farsi carico del salvataggio delle venete a condizioni stringenti e non penalizzanti per i conti dell’istituto. Vendite in particolare su BANCO BPM (-2,2%), UNICREDIT (-2%) ed UBI (-1,1%).

Lettera anche su STM (-2,1%) che ha lanciato un’offerta di obbligazioni senior unsecured per un ammontare nominale di 1,5 miliardi di dollari ed un programma di riacquisto azioni proprie.

Fra le utilities spiccano A2A (+0,9%), con un nuovo massimo a 1,538 euro ed ITALGAS (+0,8%), mentre ENEL cede l’1,1% dopo il rialzo di ieri. Intanto la controllata Open Fiber ha dichiarato che sono in corso contatti con 15 banche statunitensi ed europee (italiane comprese) per mettere in piedi un project financing da poco più di 3 miliardi di euro da chiudere entro l’anno.

Recuperano nel finale i petroliferi in scia al recupero del greggio con TENARIS a +0,5%, SAIPEM a -0,4% ed ENI a -0,3 per cento. Intanto, la big del petrolio italiana ha comunicato la firma di una serie di accordi strategici di cooperazione negli ambiti upstream ed energie rinnovabili in Kazakhstan.

In controtendenza rispetto al mercato FCA (+2,5%), EXOR (+0,8%) e RECORDATI (+0,8%).