Veneto B./Pop. Vicenza – Al via la liquidazione ordinata

Come ci si attendeva, nel week end il consiglio dei ministri ha approvato il provvedimento per consentire la liquidazione ordinata delle due banche venete. Lo Stato metterà a disposizione poco più di 5 miliardi per l’integrazione di alcune delle attività e passività facenti capo alle due banche in Intesa, dopo che verranno create la bad bank e la good bank in cui far confluire le attività deteriorate e quelle in bonis. Inoltre, sono stati stanziati altri 12 miliardi a sostegno della procedura.

Come ampiamente previsto, nel fine settimana il Governo ha approvato il decreto legge che da il via libera alla liquidazione ordinata di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.

Il provvedimento prevede di destinare 5,2 dei 20 miliardi stanziati con il fondo salva-banche per l’aggregazione dei due istituti in Intesa Sanpaolo, che aveva formulato un interesse d’acquisto la scorsa settimana.

Inoltre, sono stati nominati tre commissari liquidatori da Bankitalia per garantire che l’operatività delle due banche non verrà interrotta. I commissari liquidatori sono Fabrizio Viola, Claudio Ferrario e Giustino Di Cecco per la banca vicentina e lo stesso Viola, Alessandro Leproux e Giuliana Scognamiglio per Veneto Banca.

Come si evince dalla nota rilasciata dall’Autorità di vigilanza: “I liquidatori, in attuazione delle indicazione ministeriali e con il sostegno dello Stato, hanno provveduto alla cessione di attività e passività aziendali a Intesa Sanpaolo, che è subentrata nei rapporti delle cedenti con la clientela senza soluzione di continuità. I crediti deteriorati delle banche, esclusi dalla cessione, saranno successivamente trasferiti a una società a partecipazione pubblica. I diritti degli azionisti e le passività subordinate resteranno in capo alle liquidazioni”.

Tornando al provvedimento dell’esecutivo, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha spiegato: “lo Stato mette a disposizione risorse per Banca Intesa per 4.785 milioni. Altri 400 milioni andranno a copertura delle garanzie attivate per fronteggiare i rischi legati al completamento della due diligence nei confronti dello stock delle sofferenze”.

Ha aggiunto il ministro: “Altri 12 miliardi sono stati calcolati e sono a disposizione, come ammontare massimo delle garanzie su crediti ora ritenuti in bonis. Quanto agli impatti sui risparmiatori, se bond senior e depositi sono al sicuro, è previsto che gli obbligazionisti subordinati retail possano essere ristorati per un ammontare complessivo del 100 per cento”.

Quindi, tenendo conto di queste cifre, la liquidazione comporterà un impegno finanziario complessivo di 17 miliardi.

Venerdì sera, nel frattempo, era arrivato il via libera sia della Bce sia della Commissione Europea.

L’Eurotower si era così espressa in una nota: “Nonostante il tempo concesso dalla Bce per la presentazione dei piani patrimoniali, le due banche non sono state in grado di offrire soluzioni credibili per il futuro. La Bce ha considerato entrambe le banche in dissesto o a rischio di dissesto (‘failing o likely to fail’) e ne ha dato debita comunicazione al Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, Srb), il quale è giunto alla conclusione che le condizioni per l’avvio di un’azione di risoluzione nei confronti dei due intermediari non erano soddisfatte. Le banche saranno quindi liquidate in base alle procedure di insolvenza italiane”.

Bruxelles, invece, ha sottolineato: “La Commissione prende nota della decisione della Bce sulle banche venete e sta ora alle autorità italiane determinare la strada da prendere per le due banche, in linea con la legislazione italiana sul fallimento”. Bruxelles sta avendo discussioni costruttive con le autorità sulle proposte di sostegno statale, ci sono progressi per trovare molto presto una soluzione”.