Smre – Preme l’acceleratore sulla Green Mobility, mercato con prospettive di sviluppo

Il 2016 di Smre, società umbra specializzata nello sviluppo di soluzioni altamente tecnologiche nei settori Automation e Green Mobility, ha rappresentato l’anno di svolta anche in relazione ai recenti accordi siglati con primari costruttori di veicoli che, se da un lato hanno determinato un’intensa attività di preparazione e industrializzazione, dall’altro contribuiranno alla sostenuta crescita dei risultai del gruppo nel 2018. In particolare Smre punta il faro sulla Green Mobility, mercato che sta mostrando un’importate accelerazione, soprattutto sul mercato asiatico. Il governo cinese infatti a livello centrale e locale è particolarmente favorevole all’ulteriore sviluppo della mobilità elettrica. Una strategia risultata premiante e bene accolta dal mercato, così come dimostrato dall’andamento del titolo in Borsa che da inizio 2017 ha messo a segno un progresso del 194%, sovraperformando di gran lunga l’indice di riferimento, il FtseAim Italia che ha evidenziato una crescita del 24 per cento.

Il gruppo Smre,  specializzato nello sviluppo di soluzioni altamente tecnologiche nei settori automation e green mobility, dispone di 2 stabilimenti in Italia specializzati per area di attività ed è inoltre presente direttamente negli Stati Uniti. Dieci anni d’intensa attività di ricerca l’hanno portata a sviluppare soluzioni tecnologiche uniche, unendo innovazione e tecnica produttiva.

“Il 2016 è stato un anno di svolta per il gruppo, con la quotazione all’Aim e la presentazione al mercato finanziario di importanti obiettivi di crescita nel mercato della green mobility” ha affermato Samuele Mazzini, Ceo e fondatore di Smre. Nel prossimi anni è infatti previsto un sensibile aumento del peso dei ricavi della Business Unit Mobility, dal 12% del 2016 a oltre l’83% atteso a fine piano industriale 2017-2020, a scapito della Business Unit Automation.

Aspettative che si ritrovano nel nuovo piano predisposto dal board dopo i recenti accordi strategici portati a termine con partner e costruttori di veicoli commerciali worldwide. Il valore della produzione consolidato è atteso a 15 milioni nel 2017 e a  91 milioni al 2020, l’Ebitda da 1,9 milioni raggiungerà 22,1 milioni, con una marginalità al 23%. Il risultato netto sarà in progressivo miglioramento, passando da una perdita di fine 2016 fino a raggiungere 12,8 milioni di utile a fine piano.

La storia inizia nel 1999 con Samuele Mazzini, attuale azionista di maggioranza e Ceo

Samuele Mazzini, Ceo di SMRE

Smre, a diciassette anni dalla fondazione ad opera di Samuele Mazzini, attuale azionista di maggioranza e Ceo, rappresenta oggi un primario fornitore di linee produttive per l’ automation e la green mobility, con circa il 60% del fatturato realizzato all’estero in 30 Paesi e 16 distributori internazionali.  Ai progetti di sviluppo produttivo, che vedono il ruolo centrale dell’automazione, nel 2000 si sono aggiunti i primi studi nell’ambito della mobilità elettrica. Dieci anni d’intensa attività di ricerca hanno poi portato allo sviluppo di soluzioni tecnologiche uniche, coniugando innovazione e tecnica produttiva. L’attività è articolata su due Business Unit, la Bu Automation, per la progettazione e realizzazione di macchine industriali per il taglio e la lavorazione di tessuti tecnici, materiali flessibili e materiali rigidi e semi-rigidi e la Bu Green Mobility, che progetta e realizza Kit di elettrificazione per veicoli a due, tre e quattro ruote con power-train proprietari IET, MRT e Hi-Permag.

Il piano industriale 2017-2020

Partnership strategiche, crescita industriale, efficienza operativa e continua ricerca e innovazione, sono questi i pilastri del piano strategico 2017-2020 della società perugina per proseguire il percorso di crescita ed espansione intrapreso dal gruppo e garantire sostenibilità nel lungo periodo. A seguito dei recenti accordi strategici portati a termine con partner e costruttori di veicoli commerciali worldwide, il board ha predisposto il nuovo piano industriale 2017-2020, che ingloba l’evoluzione del modello di business verso lo sviluppo della green mobility. “Confermiamo il nostro massimo impegno nella finalizzazione di tutti i processi di sviluppo ed efficientamento che abbiamo intrapreso per consentire al nostro gruppo di conseguire risultati sempre più sostenibili nel medio-lungo termine e capaci di creare valore per i nostri azionisti “ è quanto sottolinea Samuele Mazzini.

Uno sviluppo Industriale fondato sul Know how tecnologico all’avanguardia

Gli obiettivi di crescita nel periodo 2017-2020 si basano su un’evoluzione del modello di business che già a partire dal 2016 è stato implementato ed ha iniziato a manifestare i primi risultati positivi. Uno sviluppo che si fonda sulla volontà di sfruttare al massimo il know how tecnologico del gruppo con partner strategici di grandi dimensioni che, mettendo a disposizione risorse finanziarie e capacità produttiva, consentono di massimizzare l’offerta all’interno di un mercato in continua crescita ed espansione.

Pur in presenza  della forte spinta espansionistica, l’evoluzione del modello di business consentirà una razionalizzazione dei costi e degli investimenti.

Il gruppo proseguirà con l’attività di ricerca volta al miglioramento tecnologico, al fine di offrire prodotti sempre più sofisticati e innovativi in grado di soddisfare le esigenze del cliente finale, anticipando anche  potenziali bisogni e necessità.

Confermate le prime milestone del piano industriale 2017-2020

Prosegue a ritmo serrato l’espansione del gruppo nell’ambito della mobilità elettrica che, dopo essere entrato nel mercato asiatico ad inizio anno, è tornato ad investire nel vecchio continente grazie all’accordo con un partner austriaco. Il 19 giugno è stata infatti  firmata una collaborazione con BRP-Rotax, uno dei leader mondiali nella produzione di propulsori per veicoli ricreativi e aeromobili, nonché azienda del colosso Bombardier Recreational Product. L’intesa ha come obiettivo lo sviluppo e la produzione di soluzioni tecnologicamente avanzate, in grado di rispondere alle esigenze ecosostenibili richieste dalla mobilità di nuova generazione. Nascerà pertanto RIC-TECH, con sede in Austria, detenuta per il 42% da Smre.  “La portata di rilievo internazionale e l’ambizioso obiettivo della Jv di sviluppare i powertrain e i veicoli del futuro in alcuni mercati specifici conferma l’elevato posizionamento tecnologico della nostra azienda” spiega il Ceo Samuele Mazzini.

Tornando al mercato asiatico, la rapida evoluzione dei progetti in essere ha consentito di consegnare, a inizio maggio, i primi powertrain di nuova generazione, prodotti sviluppati e personalizzati per il mercato Asiatico e destinati a motorizzare i primi modelli di veicoli commerciali di prossima immissione sul mercato. Le powerunit, che verranno installate sulle prime 2 piattaforme di veicoli commerciali elettrici da 2,7 tonnellate di massa a pieno carico fino alle 8 tonnellate, entreranno in produzione a inizio 2018.  Risale invece all’inizio di febbraio l’importante accordo raggiunto con un primario costruttore di veicoli commerciali giapponese per lo sviluppo congiunto di un nuovo camion full electric da 7,5 tonnellate per il mercato cinese, che utilizzi la tecnologia brevettata MRT sviluppata dalla controllata Iet.

Procede anche la costituzione della società cinese denominata IET China, che sarà detenuta da Smre e dal partner asiatico Mr. Tan Hao, rispettivamente per il 49% e il 51 per cento. Il management sta infatti valutando le offerte e le condizioni proposte da due città cinesi interessate ad ospitare la sede della joint venture produttiva, dedicata al mercato interno. In quest’ambito rientra l’aumento di capitale da 3 milioni riservato al manager asiatico Mr. Tan Hao, tramite un proprio veicolo appositamente costituito in Europa, che giunge così a detenere circa il 6% del capitale sociale.

Al 2020 Ebitda margin superiore al 23% e utile netto a 12,8 milioni

“Il 2017 sarà un anno particolarmente importante per il consolidamento delle strategie aziendali, legate alla concretizzazione del grande potenziale creato e sviluppato negli ultimi anni” spiega il Ceo. Il 2017, prosegue Mazzini, “sarà dedicato alla finalizzazione dell’industrializzazione e al setup delle linee produttive per partire a novembre 2017 con le forniture contrattualizzate. Il nuovo modello di business adottato e gli importanti accordi siglati hanno comportato già a fine 2016 una riorganizzazione della struttura per garantire il supporto alle attività e alle JV produttive che stanno nascendo e nasceranno”.

Aspettative che si traducono in un valore della produzione consolidato atteso a 15 milioni nel 2017, per aumentare progressivamente fino a raggiungere 91 milioni nel 2020, l’Ebitda da 1,9 milioni a tendere raggiungerà 22,1 milioni, con una marginalità al 23%. Il risultato netto è atteso in progressivo miglioramento, passando da una perdita stimata in 2 milioni nel 2017 fino a raggiungere 12,8 milioni di utile a fine piano. Agli investimenti saranno indirizzate risorse per 1,4 milioni nel 2017 per raggiungere un totale di circa 7,8 milioni complessivi nel triennio successivo.

Si segnala inoltre che nonostante le aspettative di crescita dell’attuale core business dell’automation, quest’ultimo è destinato a diminuire il proprio peso in relazione all’accelerazione che verrà impressa al business Green Mobility.

Il valore della produzione del business Green Mobility, è infatti atteso in significativa crescita, passando dai 4,5 milioni del 2017 ai 75,9 milioni al 2020, così come l’Ebitda, da 0,3 milioni del 2017 dovrebbe superare i 19 milioni a fine piano. Il risultato finale in rosso per 0,6 milioni nell’esercizio in corso dovrebbe raggiungere 11,2 milioni a fine piano.

La divisione Green Mobility traina la crescita nel 2016

Il 2016 spiega Samuele Mazzini, “è stato un anno di svolta per il gruppo, con la quotazione su Aim Italia e la presentazione al mercato finanziario di importanti obiettivi di crescita nel mercato della green mobility. Le prospettive di business a medio termine sono aumentate significativamente grazie agli accordi commerciali siglati con primari costruttori di veicoli e questo ha comportato per gli anni 2016-2017 un’intensa attività di preparazione e industrializzazione dei prodotti dedicati all’asservimento di tali clienti, che in parte hanno rallentato altri progetti a più breve termine, ma di minor respiro strategico”.

In questo contesto, nel 2016 il gruppo ha realizzato un volume d’affari di 9,8 milioni (+8%), il 65% del quale all’estero, dove le vendite sono aumentate del 21% a 5,1 milioni, grazie allo sviluppo in Europa, Asia e America. Diversamente in Italia, caratterizzata da un mercato ormai in via di saturazione, i ricavi sono diminuiti del 13 per cento.

Particolarmente positivo l’andamento della divisione Green Mobility, con un fatturato balzato a 1,2 milioni dai 0,4 milioni del 2015, grazie al successo ottenuto dal lancio dei kit di elettrificazione e dall’acquisizione dei primi ordini. Sostanzialmente stabili invece a 8,6 milioni le vendite realizzate dalla divisione Automation, business storico, per effetto dello slittamento nei primi mesi del 2017 di alcune importanti commesse.

Alla positiva performance delle vendite ha fatto seguito un deciso sviluppo dell’Ebitda a 1,1 milioni (+72%), frutto in particolare di uno spostamento del mix di prodotti verso macchinari a più elevata marginalità nell’ambito della divisione Automation, nonché di un aumento della marginalità della divisione Green Mobility derivante dallo sviluppo di progetti e prototipi realizzati  nell’anno.

L’Ebit permane negativo per 0,4 milioni (0,2 milioni nel 2015) e include 0,2 milioni di costi legati al processo di quotazione, mentre il deficit finale sale a 0,5 milioni (0,3 milioni del 2015) risentendo anche delle perdite ascrivibili alle partecipate ancora in fase di startup.

Sul fronte patrimoniale il gruppo presenta liquidità finanziarie nette per 1,4 milioni, rispetto a 1,2 milioni di indebitamento netto di fine 2015, principalmente per le risorse finanziarie affluite con l’aumento di capitale effettuato nell’ambito dell’Ipo, con il quale sono stati raccolti 3,9 milioni. Operazione che ha consentito inoltre l’aumento del patrimonio netto a 9,9 milioni dai 5,1 milioni di fine 2015.

AnalistiLo specialist suggerisce l’acquisto

Banca Finnat ha iniziato la copertura sul titolo con indicazione Buy e target price pari a 7,65 euro.

Per il periodo 2016-2021 gli analisti stimano un cagr del valore della produzione del 52,6%, proiettandolo da 11,2 milioni di fine 2016 agli oltre 96 milioni attesi nel 2021, con una crescita più sostenuta nel 2018. Un’ evoluzione spinta dal sostenuto sviluppo atteso dal business della Green Mobility che, conclusa la fase di start-up, si aspettano cresca ad un valore medio annuo del periodo pari a oltre il 127 per cento. Una progressione che beneficia degli accordi commerciali siglati con primari costruttori, ma anche delle potenzialità di sviluppo del segmento di mercato. Il business automation, caratterizzato da un elevato grado di customizzazione ed innovazione, dovrebbe mostrare un cagr pari al 10,82%.

L’Ebitda dovrebbe registrare un cagr 2016-2021 pari all’84%, con un’incidenza sul valore della produzione in progressivo aumento dal 9,72% del 2016 al 24,77% a fine 2021.

La bottom line è attesa in utile nell’esercizio in corso a 0,18 milioni, dopo la perdita di fine 2016 pari a 0,46 milioni, per poi salire a oltre 13 milioni a fine 2021.

Punti di forza 

Le potenzialità del gruppo sono attribuibili a diversi fattori, peraltro differenziati in base alle due linee di business, accumunate però da un lato dalla crescente industrializzazione dei paesi emergenti, dall’altro dall’acuirsi della concorrenza.

Business Automation

  • ampia gamma d’offerta ed elevata versatilità delle applicazioni;
  • competitività sostenuta da tecnologia all’avanguardia e costante investimento nella R&S;
  • Know-how tecnologico di proprietà all’avanguardia, tutelato da brevetti estesi a livello internazionale.

Business Green Mobility

  • forte prospettiva di crescita del mercato della mobilità green;
  • versatilità della gamma ed elevato livello di integrazione dei prodotti, nonché rapido time to market;
  • caratteristica di peso ridotto del sistema brevettato MTR, che rappresenta una soluzione per i veicoli commerciali sotto i 35q, prestazione che i concorrenti non riescono a riprodurre.

Criticità

Il gruppo tuttavia presenta anche dei punti di criticità connessi all’attuazione delle strategie di sviluppo e dei programmi futuri.

  • la realizzazione della strategia di sviluppo comporterà un consistente incremento degli investimenti e degli impieghi di capitale circolante e pertanto sarà importante un’efficiente gestione degli stessi;
  • i settori in cui opera la società sono caratterizzati da un’elevata evoluzione tecnologica, in particolare nel settore Green Mobility, dove lo sviluppo di nuove tecnologie (ad esempio motore a idrogeno) potrebbero riflettersi negativamente sull’attività;
  • il gruppo commercializza i propri prodotti attraverso distributori/rivenditori e l’eventuale cessazione dei rapporti con gli stessi potrebbe minare la continuità della produzione;
  • nonostante l’attenta politica di tutela brevettuale operata dal gruppo non si può escludere che terzi si approprino indebitamente dei diritti industriali e intellettuali

Borsa – Il mercato premia il forte sviluppo impresso al gruppo

Smre è quotata a Piazza Affari da aprile 2016 sul segmento Aim, un mercato particolare in quanto caratterizzato da volumi contenuti e scarsa dinamicità. Operazione che comunque ha consentito di avere una maggiore visibilità e un’apertura al mercato dei capitali.

Dalla quotazione avvenuta a 2,5 euro e fino a fine anno 2016, quando ha toccato il minimo di 2,38 euro, i corsi azionari, privi di particolari spunti, si sono mantenuti sostanzialmente stabili.

Da inizio 2017 il titolo ha poi intrapreso un trend rialzista mettendo a segno un guadagno del 194%, dopo avere toccando il massimo storico il 24 maggio scorso a 7,6 euro, in corrispondenza di importanti accordi nell’ambito della mobilità ecosostenibile. Sovraperformato di gran lunga l’indice di appartenenza, il Ftse Aim, che da inizio 2017 ha evidenziato da inizio anno una crescita del 24 per cento.