Save – Prezzo Opa a 21 euro ritenuto troppo basso

L’Opa totalitaria obbligatoria lanciata, ieri, da Enrico Marchi, a 21 euro per azione nell’ambito del riassetto del gruppo Save, che controlla gli aeroporti di Venezia e di Treviso, sta già suscitando polemiche.  Riassetto che ha previsto  la liquidazione del socio storico Andrea De Vido e l’apertura nel capitale ai fondi Deutsche Asset Management e Infravia. L’Offerta pubblica non è condizionata al raggiungimento di una soglia minima di adesione.

“Una valutazione considerata  bassa  – secondo uno studio di Intermonte che già scommette su un rialzo –  se paragonata a quanto Atlantia ( Benetton) ha pagato per acquistare la quota del 29% dell’aereoporto di Bologna, valorizzata pochi giorni fa, 16 volte l’ebitda. Un multiplo molto più alto di quello di 12,5 volte offerto da Marchi & Co agli azionisti di minoranza. Secondo Intermonte “ comprare in modo massiccio le azioni a questo livello di prezzo ( 21 euro) non comporta rischi al ribasso”.

Inoltre, 21 euro, non è un valore considerato equo anche da parte del fondo americano  Amber, il socio attivista che aveva venduto lo scorso settembre il 21,3% della società che gestisce lo scalo di Venezia ad Atlantia  al prezzo di 14,75 euro per azione. Questo perché – secondo quanto riportato da Milanofinanza.it – Amber, che ora in Save  è presente con lo 0,5% delle quote attraverso il fondo Alpha ucits sicav/amber equity fund,  sottolinea il fatto che i Benetton, attraverso Atlantia , hanno acquisito il 29,38% degli Aeroporti di Bologna non più tardi di una settimana fa, a 15,5 euro, ovvero 16 volte l’ebitda rispetto alle 12,5 volte implicite nel prezzo dell’opa su Save.

Ieri Marchi ha sottolineato che “il prezzo è trasparente, lineare, perché questa è un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria. Gli azionisti di maggioranza hanno venduto ad un prezzo e lo stesso prezzo viene offerto agli stessi soci di Save”.

Molti analisti, inoltre, si chiedono ora che cosa faranno adesso i Benetton che si trovano in mano oltre il 20% di Save.  Fra i soci rilevanti di Save  vi sono ancora quelli storici, la città metropolitana di Venezia che dovrebbe avere il 4,785% del capitale (la quota con cui si era presentata all’assemblea di aprile) così come il comune di Treviso (2,21%) e la Fondazione di Venezia (1,53%).