Mercati USA – Il peggior calo degli ultimi tre mesi

Il sell off dei mercati azionari americani è stato pesante e lo S&P500 ha segnato i minimi dell’ultimo mese con un meno 1,5 per cento.

Le continue liti di Trump con i suoi collaboratori mettono a repentaglio il programma di governo che tanto ha entusiasmato Wall Street nei mesi precedenti e questo non piace agli investitori.

Ed il Dow Jones, con la discesa del 1,3% di ieri, ha messo fine ad una striscia di 63 sedute consecutive senza mai una variazione superiore ad un punto percentuale in entrambe le direzioni. La più lunga negli ultimi ventidue anni.

L’indice dei trenta titoli principali perde quasi trecento punti trascinato al ribasso dai suoi componenti tecnologici, con Cisco che arretra di quattro punti percentuali, mentre Microsoft ed Apple scendono di quasi due.

Il tutto in una giornata iniziata in rosso, ma poi peggiorata anche in seguito alla notizia dell’attentato terroristico di Barcellona ed a quella delle presunte dimissioni, successivamente smentite, del consigliere economico di Trump Gary Cohn.

Scenario all’interno del quale il VIX mette a segno il secondo rimbalzo dell’ultima settimana con un più 30% a 15,5 punti. Il tutto a conferma dell’innalzamento del livello di nervosismo sui mercati statunitensi.

Ed ecco che tutti e undici i settori dello S&P500 terminano in rosso, con la tecnologia in calo del 2 per cento, gli industriali dell’1,7% ed il sanitario dell’1,3 per cento.

Il vistoso arretramento del mercato azionario ha dirottato denaro verso il reddito fisso i cui rendimenti del decennale governativo scendono di altri tre punti base al 2,2 per cento.

In apertura di seduta, Walmart ha presentato la trimestrale con utili e ricavi in crescita rispetto alle stime, ma una guidance debole ed un cash flow piuttosto deludenti per il proseguo dell’anno.

Il clima di incertezza ha favorito il recupero dei metalli preziosi che mettono a segno un rimbalzo di oltre un punto percentuale, con l’oro che si avvicina ai massimi dell’anno.

Petrolio poco variato, in leggero guadagno (+0,3%), ma ancora al di sotto della soglia dei 47 dollari al barile.