Snam – La Consulta boccia il ricorso della Puglia sul Tap

Nella giornata di ieri, la Corte Costituzionale ha comunicato di aver giudicato inammissibile il conflitto sollevato dalla Regione Puglia, che riteneva lese le proprie prerogative nel procedimento di autorizzazione riguardante la realizzazione del Trans adriatic pipeline (Tap). Le motivazioni dei giudici della Consulta si conosceranno nelle prossime settimane, quando sarà depositata la sentenza.

Resta quindi confermata la validità del provvedimento con cui il Ministero dello sviluppo economico (Mise) aveva dato il via libera alla costruzione del gasdotto che partendo dalla Turchia, dove si collegherà al Trans Anatolian Pipeline, attraverserà Grecia, Albania, il mar Adriatico, per approdare sulle coste della Puglia. La contestazione nasceva dal fatto che per la Regione guidata da Michele Emiliano non era stata intrapresa alcuna trattativa per trovare una soluzione condivisa.

Nei mesi scorsi a favore dell’infrastruttura gas si era espresso anche il Consiglio di Stato che, confermando la decisione del Tar, aveva respinto i ricordi della Regione Puglia e del Comune di Melendugno, ritenendo che in sede di valutazione di impatto ambientale fossero state esaminate tutte le problematiche naturalistiche, compresa la scelta dell’approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri.

Nel frattempo procedono spediti i lavori per la realizzazione del Tap dato che ormai si è ben oltre il 50% della sua realizzazione a quasi 16 mesi dall’inizio dei lavori. L’azionariato del consorzio che ha progettato e sta costruendo il gasdotto è così composto: la britannica BP, l’azera SOCAR e l’italiana Snam hanno una quota del 20% ciascuna, la belga Fluxys con il 19%, la spagnola Enagás con il 16% e l’elvetica Axpo con il 5 per cento. L’investimento di Snam per lo sviluppo di questo gasdotto in Italia è stimato in circa 100 milioni entro il 2018 e in 1,5-1,7 miliardi nel biennio 2019-2020.