Bper – I proventi straordinari spingono l’utile netto (+47%) nei 9 mesi 2017

Utile netto in forte rialzo a 149 milioni (+47,3% a/a) per Bper nei primi nove mesi del 2017. un andamento attribuibile sia a 131 milioni afferenti al badwill generatosi dall’acquisizione di Carife sia a una minore tassazione. Il margine di intermediazione ha mostrato un lieve calo a 1,5 miliardi (-2,1% a/a), mentre i costi operativi sono rimasti sostanzialmente stabili a 935,6 milioni. In lieve aumento le rettifiche su crediti a 413 milioni (+3,1% a/a).

Nel periodo gennaio-settembre 2017, i proventi straordinari netti pari a 131 milioni, legati al badwill di Carife, hanno spinto l’utile netto a 149 milioni (+47,3% a/a).

Il margine di intermediazione ha evidenziato una flessione del 2,1% a/a a 1,5 miliardi. Nello specifico, il calo del margine di interesse a 850,3 milioni (-2,9% a/a), dovuto ai maggiori interessi passivi relativi all’obbligazione subordinata collocata lo scorso maggio e al leggero calo del rendimento dell’attivo, è stato in gran parte compensato dal lieve aumento delle commissioni nette a 544 milioni (+2,1% a/a), sostenute dalla crescita delle commissioni relative alla raccolta gestita (+15,6% a/a) che hanno consentito di assorbire il calo di quelle relative al business commerciale.

Sostanzialmente stabili i costi operativi a 935,6 milioni. Nel dettaglio, le spese per il personale salgono leggermente a 577,3 milioni per gli oneri legati al consolidamento di Cr Saluzzo e Carife. Andamento opposto, invece, per le altre spese amministrative, che flettono dell’1,5% a 358,3 milioni, importo che include anche 20,2 milioni di costi di sistema.

Suddette dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione di 541,4 milioni (-5% a/a).

Dopo rettifiche su crediti in moderata crescita a 413 milioni (+3,1% a/a), il risultato netto di gestione si è attestato a 128,4 milioni (-24,2% a/a).

Le poste straordinarie includono 53 milioni generati dalla svalutazione della quota versata al fondo Atlante e 29,5 milioni legati a oneri di sistema, oltre ai già citati proventi legati al badwill creatosi con l’acquisizione di Carife.

L’utile netto migliora anche grazie a una significativa riduzione della pressione fiscale (-66,7% a/a a 13,5 milioni).

In termini patrimoniali, a fine settembre si rafforza il Cet1 al 14,03%, rispetto al 13,8% di fine anno 2016.

Crescono gli impieghi a 65,5 miliardi (+8% rispetto a fine 2016) per il positivo andamento di tutte le sue componenti. In termini di qualità del credito, si segnala che i crediti deteriorati netti diminuiscono a 5,7 miliardi (-8,4% rispetto a fine 2016), con una copertura del 47,7 per cento. Le sofferenze nette si fissano a 2,9 miliardi, in flessione del 2,9% rispetto a dicembre 2016 e con una copertura del 59 per cento.

Sale anche la raccolta a 62,3 miliardi (+8,4% rispetto al 31 dicembre 2016), grazie soprattutto al buon andamento di quella da clientela (+5,6% a 41,1 miliardi rispetto a fine 2016).