Utility – Seduta in lettera per il settore (-1,3%), pesa la debolezza del Btp

Per il terzo giorno consecutivo il Ftse Italia Servizi Pubblici ha concluso le contrattazioni con il segno meno davanti, scivolando al di sotto della soglia dei 30mila punti. La performance giornaliera di ieri del paniere dei titoli tricolori del settore utility e delle rinnovabili (-1,3%), è stata sostanzialmente in linea con quella del principale indice del listino milanese, cioè del Ftse Mib (-1,4%), ma decisamente migliore rispetto a quella dello Stoxx Europe 600 Utilities (-2,1%). Su quest’ultimo ha giocato un ruolo fondamentale il Profit warning della tedesca Innogy (-13,2%) che ha pesato anche sull’andamento della controllante Rwe (-13,1%) e a cascata sulle quotazioni dell’altro colosso tedesco dell’energia, cioè E.On (-4,9%).

Tornando al Ftse Italia Servizi Pubblici, la debolezza di ieri risente anche del deciso rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato italiani, con lo yield del Btp a 10 anni che è aumentato di 9 punti base, sulla scia di una rinnovata percezione del rischio politico in Italia a seguito della notizia pubblicata questa mattina che le prossime elezioni potrebbe tenersi il 4 marzo del 2018. Senza dimenticare poi le prese di beneficio alla luce di una rialzo da inizio anno dell’indice settoriale del 25,9 per cento.

Analogamente a quanto è accaduto nella seduta di martedì, anche ieri nessuna delle Big Cap del settore utility e delle rinnovabili quotata sul listino milanese ha registrato una variazione giornaliera positiva delle quotazioni, mentre tra le Mid Cap, l’unico titolo che ha concluso le contrattazioni con il segno più davanti è stato Ascopiave (+1,6%). Debole Iren (-0,8%), nonostante sia stato rilasciato il parere di congruità sul prezzo per fusione con Acam La Spezia.

Tra le società a minore capitalizzazione, cioè le Small Cap, ancora denaro su Falck Renewables (+2,7%) mentre ieri K.R. Energy (-14,7%) è stata colpita dalle prese di beneficio, dopo l’exploit borsistico della seduta precedente.