Fca – Nuove voci su interesse cinese per Comau e Marelli

Non si fermano le speculazioni su possibili operazioni straordinarie che coinvolgono il gruppo guidato da Sergio Marchionne, dopo le indiscrezioni circolate la scorsa settimana sugli sviluppi dei colloqui con Hyundai sulla tecnologia all’idrogeno.

Fonti di stampa sono tornate a parlare del destino delle società di componentistica Comau e Magneti Marelli. L’uscita delle due aziende dal perimetro del gruppo sembra ormai essere data per certa nell’ambiente, con lo spin-off e la quotazione dei rispettivi 50% entro la fine del prossimo anno.

I rumors, però, tornano a parlare di un possibile interessamento dalla Cina e, in particolare, da parte di Tus International, società che opera nel campo dell’elettronica per l’automotive che intende espandersi in Europa e negli Stati Uniti.

Nella mission dell’azienda si legge la volontà di incrementare i propri asset in alcuni segmenti, tra cui l’industrial automation (Comau) e i software e l’elettronica di bordo (Magneti Marelli). Le indiscrezioni riferiscono che Marchionne potrebbe analizzare il dossier una volta risolta la questione delle presunte violazioni sulle emissioni in Usa, probabilmente già nei prossimi mesi.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs, una cessione di entrambe le società porterebbe nelle casse di Fca oltre 4 miliardi di dollari, ossigeno puro per aiutare il gruppo a raggiungere l’ambizioso obiettivo di azzeramento del debito entro il 2018.

Ottimismo in tal senso è stato espresso venerdì da Fitch, che ha alzato il rating del gruppo da BB- a BB con outlook positivo, grazie alle aspettative per un free cash flow positivo e sostenibile. L’agenzia americana ha evidenziato i parametri creditizi “migliorati” e un profilo aziendale “solido”, con una vasta gamma prodotti, una buona diversificazione geografica e marchi “robusti”.

Fitch ha comunque sottolineato che, nonostante il continuo deleveraging dal 2014, Fca resta il produttore di auto più indebitato tra quelli in portafoglio e con la generazione di cassa più debole. Tuttavia, l’agenzia si attende che il flusso di cassa migliori continuamente e giudica adeguata la redditività rispetto a gruppi con rating più alti, grazie ai forti utili generati in nord America e ai risultati in crescita in altre aree geografiche che garantiscono margini di profitto rassicuranti.

Un campanello d’allarme potrebbero essere gli investimenti limitati effettuati finora da Fca sulle nuove tecnologie, che hanno salvaguardato la generazione di cassa ma che potrebbero lasciare la casa di Detroit indietro nelle nuove sfide che il settore dell’auto si prepara ad affrontare.

Un aiuto in tal senso potrebbe arrivare da alleanze con altri grandi player, in considerazione del fato che il track record di Fca include cessioni e acquisizioni e che Marchionne non ha mai fatto mistero della sua intenzione di partecipare a un consolidamento del settore.