Reddito fisso – La rivincita dei mercati periferici

Dall’inizio di gennaio la migliore è la Grecia, seguita a ruota da Portogallo, Spagna e Italia. Questo è quanto racconta l’andamento dello spread tra i benchmark decennali dei rispettivi Paesi nei confronti della Germania.

Atene sembra ormai prezzare una “riabilitazione” completa considerato un rendimento ormai ridotto al 3,8% che solo agli inizi di dicembre veleggiava ancora sopra il 5,2 per cento. In termini di spread con il Bund, questo significa ormai un premio di soli 325 punti base.

Il recupero portoghese parte da più lontano. Ancora a luglio il decennale benchmark lusitano rendeva oltre il 3% e la discesa costante e progressiva lo ha portato a sorpassare (vale a dire ad offrire un rendimento inferiore) addirittura il nostro Btp attorno alla metà di dicembre. Oggi il benchmark di Lisbona rende l’1,8% e presenta uno spread contro il Bund nell’intorno dei 120 punti base.

Il decennale madrileno, che aveva riguadagnato quasi 20 decimali di rendimento nell’incertezza della consultazione elettorale catalana, è oggi stabile a circa 1,50% che si traduce in un differenziale con Berlino di poco sopra ai 90 punti base.

L’Italia, il fanalino di coda tra i quattro, complice anche l’ormai prossima chiamata alle urne e l’incertezza sull’esito, mostra un decennale che oscilla attorno al rendimento del 2%, superiore di quasi trentacinque punti base rispetto a metà dicembre, ma conferma uno spread di 140 comunque molto vicino al livello minimo dell’ultimo anno.

Va ribadito che lo spread è semplicemente la differenza algebrica tra due grandezze (i tassi di rendimento) che possono avere andamenti sia al rialzo sia al ribasso e non necessariamente sincroni, il che significa che lo spread si può restringere, allargare o mantenersi costante tanto in un mercato bullish che bearish.

Resta il fatto che esprimendo, in qualsiasi caso, una misura della solidità percepita dagli investitori su un Paese (sempre in termini relativi), quanto sopra evidenziato è prova di una ritrovata fiducia per quella fascia mediterranea che non a caso, e discutibile ironia, veniva un tempo etichettata con l’appellativo “Club Med”.