Masi Agricola – Sempre pronta alle sfide del mercato

Masi Agricola, azienda vitivinicola della Valpolicella, si lascia alle spalle un periodo di nove mesi complesso, scontando una serie di fattori tra cui le condizioni meteorologiche particolarmente avverse. Il tutto in presenza di un mercato sfidante e frammentato, che il gruppo punta ad affrontare facendo leva su alcuni elementi di forza quali rilevanti competenze e risorse organizzative e aziendali.

Il gruppo veneto ha chiuso i primi nove mesi del 2017 con ricavi in crescita dell’1% a 44,7 milioni e un Ebitda in calo del 22,1% a 8,4 milioni, con il relativo margine diminuito di 5,4 punti percentuali.

Dati che riflettono un aumento dell’incidenza dei costi sul fatturato, scontando sia un diverso mix di vendita che una produttività della vendemmia 2017 impattata da condizioni meteo eccezionalmente sfavorevoli.

Nonostante ciò Masi si prepara ad affrontare le sfide di un mercato sempre più competitivo. Tutto questo grazie ad una serie di operazioni orientate al proseguimento del percorso di crescita sia organica sia per le linee esterne e allo sviluppo della Masi Wine Experience.

Azioni la cui bontà sembra però non essere stata ancora adeguatamente riconosciuta dalla Borsa, dove il titolo nelle ultime 52 settimane ha registrato solo un rialzo di oltre il 4 per cento.

Sandro Boscaini, presidente e Ad di Masi Agricola, delinea le priorità strategiche

“Proseguire il percorso di crescita organica, sviluppare l’azienda per le linee esterne e la Masi Wine Experience”.

Sono questi “i tre pilastri strategici su cui operiamo e che ci permetteranno di consolidare un’importante storia di crescita”, afferma Sandro Boscaini, presidente e Ad di Masi Agricola.

E continua “il tutto in presenza di un mercato, quello del vino italiano, molto frammentato e sempre più sfidante, che il gruppo punta ad affrontare attivamente sviluppando sempre più competenze e risorse organizzative-aziendali. Un contesto appesantito anche dalle difficoltà derivanti da alcuni fattori esogeni, in particolare i fenomeni meteorologici che hanno recentemente impattato sulla nostra redditività, come rilevabile dai conti dei primi nove mesi del 2017”.

Proseguire il percorso di crescita organica

“La nostra prima priorità strategica”, afferma Boscaini, “è rappresentata dalla crescita organica. Il nostro obiettivo consiste nel realizzare un incremento delle vendite a parità mercato e di formula distributiva”.

E continua “obiettivo comunque non semplice, in quanto operiamo all’interno di un mercato molto maturo, soprattutto per quanto riguarda i vini fermi in bottiglia di prezzo premium”.

“Tuttavia”, sottolinea il capo azienda,“negli ultimi due anni siamo cresciuti dell’1,8% e del 2,1%, ovvero a tassi ai quali riteniamo di poter ragionevolmente aspirare”.

Lo sviluppo per linee esterne

“Il nostro secondo pilastro strategico”, afferma Boscaini,“è rappresentato dalla crescita per linee esterne”.

“Strategia portata avanti”, prosegue il numero uno dell’azienda,“non solo mediante l’introduzione di nuovi prodotti all’interno della nostra carta vini fondati sulle nostre competenze (vitigni autoctoni delle Venezie e applicazione della tecnica dell’appassimento delle uve), ma anche e soprattutto attraverso l’aggregazione di altre realtà vitivinicole di eccellenza radicate in particolare nelle Venezie, area di cui noi siamo interpreti valoriali. Un paradigma aggregativo “amichevole”, che si è concretizzato già dal 1973 con la famiglia dei Conti Serego Alighieri, diretti discendenti del poeta Dante, dal 2007 con la famiglia dei Conti Bossi Fedrigotti a Isera-Rovereto in Trentino.

Operazioni di successo come anche quella realizzata nel settembre dello scorso anno con la famiglia Caramel, con l’acquisto del 60% di Canevel Spumanti a Valdobbiadene.

“Pertanto”,  prosegue Boscaini, “non crediamo in un M&A tradizionale nel mondo del vino di qualità, con queste tipologie di aziende, ovvero di piccola-media dimensione, fondate su marchi fondamentalmente premium ed espressive di valori famigliari. Portiamo invece avanti aggregazioni con gli esponenti delle famiglie che hanno generato questi brand prestigiosi e che restano in joint con noi per svolgere attività di promozione e il ruolo di brand ambassador, incarnando i valori alla base della marca, lasciando a Masi l’intera funzione di gestione e distribuzione”.

E conclude “siamo sempre alla ricerca di aziende che potrebbero interessarci per operazioni di acquisizione. Aziende che devono però presentare alcune caratteristiche di base, ovvero devono possedere, non solo asset produttivi, ma anche un brand con posizionamento premium, e devono essere radicate nel territorio delle Venezie. Infine, devono possedere categorie vinicole complementari alla nostra carta vini esistente, come avvenuto con Canevel, che ci ha consentito di ampliare la nostra offerta, costituita da vini fermi e prevalentemente rossi, con il top delle bollicine italiane, come il Valdobbiadene”.

Masi Wine Experience

“Il terzo pilastro strategico punta a ottenere un contatto sempre più diretto con il consumatore finale attraverso la comunicazione dei valori del nostro brand, portata avanti con la Masi Wine Experience”.

“E ciò anche perché”, sottolinea Boscaini, “la catena distributiva che fa arrivare i vini dalla nostra azienda al consumatore finale, in particolare all’estero, è molto lunga e caratterizzata da ostacoli, soprattutto di tipo concorrenziale”.

E continua “pertanto è sempre più importante far giungere al consumatore finale un corretto ed efficace messaggio su quelle che sono le peculiarità del nostro marchio. Una strategia portata avanti attraverso,ad esempio, l’apertura di spazi non solo per il consumo mono-brand dei nostri prodotti ma anche per vivere esperienze, in termini di lifestyle, su ciò che è Masi, senza quindi limitarsi agli aspetti tecnici e  puramente organolettici del vino”.

Il tutto, prosegue,“anche attraverso la realizzazione di un visitor center in Valpolicella, aprendo le porte dell’azienda al consumatore”.

“Attualmente abbiamo quattro strutture che operano con la logica della Masi Wine Experience. Si tratta delle nostre cantine accessibili a tutti per visite guidate, della struttura nella tenuta Serego Alighieri, dotata di una foresteria nonché di un wine shop e adatta anche a realizzare eventi sia b2b che b2c, del Masi Wine Bar di Zurigo, situato vicino all’Opera House della città, e della Masi Tenuta Canova, situata sul lago di Garda e che comprende, oltre a vigneti, cantina, wine shop e trattoria,uno spazio multisensoriale, aperto lo scorso mese di settembre, denominato Wine Discovery Museum, dove poter innanzitutto conoscere il mondo del vino e la sua storia nonché Masi, i suoi valori e i suoi prodotti e dove è possibile vivere, all’interno di un tino gigante da 50mila litri, un’esperienza unica: sette giorni di fermentazione in tre minuti”.

L’andamento dei principali aggregati nei primi 9 mesi del 2017 

Nei primi nove mesi del 2017 il gruppo ha riportato ricavi pari a 44,7 milioni, in progresso di circa l’1% rispetto al pari periodo del 2016.

E’doveroso tuttavia segnalare che, al netto della già citata Canevel, il giro d’affari avrebbe segnato un calo del 5%, evidenziando comunque un miglioramento rispetto al primo semestre 2017 in cui le vendite avevano riportato una diminuzione dell’1% (-7% al netto di Canevel). Si riporta inoltre che, anche nello scorso mese di ottobre, il fatturato è stato inferiore rispetto al pari periodo dell’esercizio precedente.

L’Ebitda è diminuito del 22,1% a 8,4 milioni, con una marginalità in calo di 5,4 punti percentuali, riflettendo un aumento dell’incidenza dei costi sul fatturato a seguito di un diverso mix di vendita e una compromessa produttività della vendemmia 2017. “Vendemmia”, sottolinea Federico Girotto, Co-CEO di Masi Agricola, “compromessa da una serie di avverse condizioni meteo di portata straordinaria, che hanno colpito non solo la zona dove siamo presenti ma anche altre regioni italiane, determinando una pesante contrazione del raccolto (-25%) e una conseguente riduzione del volume di vino prodotto, che passa da 52 a 39 milioni di ettolitri”.

Infine, dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 6,3 milioni in calo di 0,3 milioni rispetto a fine 2016.

Lo scenario dei prossimi 18-24 mesi

“Lo scenario per chi produce vino e in particolare per chi opera come Masi”, afferma il Co-CEO, “è quello di un mercato sempre più sfidante, nel quale la fase più critica della catena di valore è rappresentata dalla distribuzione”.

E prosegue “infatti siamo aziende troppo piccole per competere con una certa ‘tranquillità’ sui mercati internazionali. Inoltre, il comparto del vino italiano presenta un’elevata frammentazione, essendo ripartito dal punto di vista distributivo in tre mondi ovvero: le cooperative, che hanno principalmente la funzione di dare sfogo commerciale al prodotto finito ottenuto dall’uva acquisita dai loro soci e che nel nord est, area in cui siamo situati, sono rilevanti sotto il profilo dei volumi; gli imbottigliatori, i quali non fanno tendenzialmente riferimento a prodotti di brand, spesso non hanno vigneti e lavorano essenzialmente sulla base di connections commerciali; e, infine, poche realtà, tra cui Masi Agricola, con un giro d’affari sopra i 50 milioni di euro, che operano con prodotti  a marchio premium”.

“Pertanto la nostra azienda”, prosegue Girotto,“deve cercare di sviluppare sempre più competenze e risorse organizzative-aziendali, al fine di affrontare adeguatamente un mercato così sfidante”.

E sempre in questa direzione, prosegue il Co-CEO, “la scelta di quotarci all’Aim. Scelta che ci ha permesso e ci consente di ottenere quel capitale culturale che la Borsa è in grado di fornire, soprattutto in termini di stimolo al miglioramento, e ad essere sempre più reattivi alle sfide che si presentano”.

E su questo tema, Girotto evidenzia che “stiamo portando avanti un importante progetto riguardante i nostri investitori, soprattutto retail, denominato Masi Investor Club. Nel dettaglio tale iniziativa, che unisce il mondo della Borsa con la Masi Wine Experience, prevede che gli azionisti che acquistano almeno 1000 azioni Masi possano usufruire di una serie di esperienze messe a disposizione dalla società mediante le nostre risorse aziendali (cantine, vigneti, prodotti, allocazioni riservate, etc)”.

Ricavi – Storico e prospettico in progresso

Nelle seguenti tabelle viene presentato un confronto tra Masi Agricola e i principali peers.

Da rilevare che per il triennio 2014-2016 sono stati utilizzati i dati storici, mentre per il periodo 2017-2019 sono state riportate le stime elaborate da Bloomberg.

Dalla tabella sull’evoluzione dei ricavi emerge che nel periodo 2014-2016 i ricavi totali del gruppo sono passati da 59,7 milioni a 63,9 milioni, con una crescita media annua del 3,4% seppur lievemente inferiore rispetto al 3,7% dei peers. Si segnala che il fatturato del 2016 beneficia dell’apporto del gruppo Canevel per oltre 1,5 milioni.

Una dinamica che, pur mantenendosi positiva, dovrebbe rallentare nel prossimo triennio con un progresso medio del 2,3% e inferiore al +4,5 di Italian Wine Brands.

Margini operativi – Flessione fino al 2017 e successiva ripresa

Nel periodo storico preso in esame l’Ebitda di Masi Agricola presenta un Cagr negativo (-7,5%). Si tratta comunque di un dato migliore rispetto al -16,3% evidenziato da Italian Wine Brands, mentre KI Group registra una diminuzione del 4,7%.

A livello di Ebit storico, Masi Agricola evidenzia una contrazione media del 14% in linea con la mediana.

I dati prospettici evidenziano per il gruppo veneto un Ebitda nel 2019 a 16,2 milioni (Cagr +1,7%), che si confronta con i 18,6 milioni (Cagr +25,8%) di Italian Wine Brands. Per quanto riguarda l’Ebit la crescita media annua prevista si presenta per Masi al 3,8% a 11,3 milioni e per Italian Wine Brands al 36,8% a 15,5 milioni.

La redditività si mantiene elevata 

Masi Agricola evidenzia nel 2016 un Ebitda margin al 24,1%, nettamente superiore rispetto al 6,4% di Italian Wine Brands e al 4,2% di KI Group.

Analizzando poi le stime di Bloomberg, elaborate da Market Insight, si notano per Masi Agricola percentuali più che doppie (23,7% nel 2019) rispetto all’11,1% di Italian Wine Brands. Le variazioni (2019 vs 2016) sono però a favore di quest’ultima (+4,8 punti percentuali vs -0,4 punti percentuali).

Guardando poi l’andamento dell’Ebit margin emerge per Masi Agricola una contrazione nello scorso triennio di 7 punti percentuali, passando dal 22,8% del 2014 al 15,8% del 2016, mentre le stime indicano per il 2019 un incremento di 0,7 punti al 16,5%. Valori che si mantengono comunque superiori a quelli di Italian Wine Brands che nel 2016 ha registrato un Ebit margin del 4,1% (-3,3 punti percentuali) e per la quale tale indicatore è previsto al 9,3% nel 2019 (+5,2 punti percentuali nel triennio).

Multipli – A premio sui principali indicatori

Dall’analisi dei principali indicatori si rileva che Masi Agricola tratta sempre a premio. Infatti, il P/E evidenzia, rispetto a Italian Wine Brands, sia nel 2017 che nel 2018, un premio rispettivamente del 40,8% e del 73,4%, mentre l’EV/Sales è pari a 4 volte quello di Italian Wine Brands. Nel biennio l’EV/Ebitda è maggiore rispettivamente del 62,1% e del 69,5% e l’EV/Ebit del 85,7% nel 2017, risultando poi nel 2018 il doppio rispetto a quello della competitor.

Borsa – Un titolo ancora sottovalutato

Il titolo Masi Agricola ha chiuso la seduta di ieri con un rialzo dello 0,7%, portandosi a 4,43 euro.

Nelle ultime 52 settimane le azioni del gruppo vitivinicolo veneto hanno segnato un rialzo di oltre il 4 per cento.

Una performance che, pur essendo positiva, sembra non premiare ancora in maniera adeguata le scelte strategiche intraprese dal management, ovvero “proseguire il percorso di crescita organica, sviluppare l’azienda per le linee esterne e la Masi Wine Experience”, che consentiranno di consolidare un’importante storia di crescita, come affermato da Sandro Boscaini, presidente e Ad di Masi Agricola.

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