Carige – Accelera lo sprint in Borsa (+10%)

Un rialzo che sfiora il 10% con notevoli volumi degli scambi. Il titolo Carige si mette in evidenza a Piazza Affari, segnando alle 13:00 un incremento del 9,5% a 0,80 euro. Rilevante l’ammontare dei pezzi passati di mano: 1,3 miliardi contro la media degli ultimi tre mesi pari a 770 milioni.

A spingere gli acquisti potrebbero essere le aspettative di un recupero dei conti della banca che, come recentemente sottolineato in più occasioni dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino, è riuscita a completare con successo la prima parte del piano di rilancio. In particolare, a concludere positivamente la ricapitalizzazione da un miliardo che ha permesso di avviare il piano di de-risking, portando al taglio di 2,2 miliardi delle sofferenze. Ora il manager si appresta a realizzare la seconda fase del piano che vede la prosecuzione dell’azione di de-risking, accompagnata dal recupero della redditività grazie al taglio dei costi e a un nuovo impulso commerciale.

Ma il rialzo potrebbe essere anche legato alla ricerca di nuovi equilibri nell’azionariato, dopo l’ingresso a sorpresa nel capitale del finanziare Raffaele Mincione che attraverso la propria Capital Investment Trust ha rastrellato il 5,4% del capitale.

Secondo i rumor di mercato, la stessa mossa potrebbe essere stata realizzata da altri investitori istituzionali.

Una situazione che potrebbe avere anche fatto scattare la decisione di incrementare la propria presenza al principale azionista della banca, il gruppo Malacalza. La finanziaria dell’imprenditore piacentino ha infatti portato la propria partecipazione al 20,7% nel corso dell’aumento di capitale, senza sfruttare l’autorizzazione ricevuta dalla Bce ad arrivare fino alla soglia del 28 per cento.

Secondo azionista è Gabriele Volpi con una quota del 9,08%, alle sue spalle si trova la Sga che ha rilevato una partecipazione del 5,4% durante il recente aumento di capitale.

In quell’occasione erano entrati con una quota attorno al 5% il fondo Chenavari, nell’ambito dell’operazione che l’ha portato a comprare Creditis, e anche Credito Fondiario e la Sga nell’ambito della cessione della piattaforma di servicing e di un pacchetto di crediti deteriorati hanno acquistato il 5,4% ciascuna. Ma solo la Sga ha mantenuto la propria partecipazione, mentre gli altri due hanno alleggerito la propria quota.