Il mercato americano sembra avere quasi interamente assorbito il nervosismo propagatosi velocemente dopo la lettura dell’ultimo verbale della Fed. Delle diciotto pagine del documento possono darsi letture differenti, ma quanto è certo è che la banca centrale più importante al Mondo sarà ligia al suo mandato istituzionale che è quello di garantire la piena occupazione e la moderazione dei prezzi. Quanto al secondo, viene ribadita la valenza della politica monetaria, pur con l’inevitabile ritardo nella trasmissione degli effetti, mentre l’occupazione è ampiamente determinata da fattori non monetari.
Wall Street apre in recupero di mezzo punto abbondante, il rendimento del T-bond continua a riassorbire gli eccessi della giornata precedente pur restando sopra il livello del 2,90% e anche il dollaro ritraccia riportandosi a 1,2330 contro euro.
In Europa cedono quasi tutti i Paesi qualche cosa nei confronti di un Bund, che regna sovrano dopo la pubblicazione del verbale dell’ultima riunione del direttivo della Bce che reitera a sua volta l’impegno per la stabilità dei prezzi con un obiettivo del 2%, ancora distante; gli spread si allargano conseguentemente compreso quello dei titoli corporate sub-investment.