Cina – Il rischio di implosione delle conglomerate

Venerdì scorso l’annuncio della statalizzazione del colosso cinese Anbang Insurance ha lasciato indifferenti i mercati finanziari mondiali.

Al contrario, il listino di Shanghai, tranquillizzato dalla notizia, ha guadagnato oltre due punti percentuali e Wall Street ha realizzato la migliore seduta in una settimana alquanto incerta.

Tuttavia, il timore che altre società cinesi possano fallire sotto il peso dei debiti è reale e, in particolare, per quelle conglomerate che nell’ultimo decennio sono cresciute a dismisura grazie alla leva creditizia effettuando un intenso shopping di società e di asset anche all’estero.

Tra le conglomerate, le tre più indebitate sono: Dalian Wanda, Hna e Anbang Insurance, le quali hanno speso miliardi di dollari in acquisizioni in giro per il Mondo in tutti i settori merceologici possibili.

La campagna acquisti ricorda da vicino quella realizzata dai giapponesi al picco del boom economico degli anni ottanta, che finì tristemente con una montagna di debiti che hanno pesato sull’economia nipponica per i successivi vent’anni.

Il governo cinese è consapevole di tale rischio e sta facendo pressioni sulle società, affinché si liberino degli asset sul mercato per evitare che crollino sotto il peso dei debiti o essere costretta a nazionalizzarle per limitare ripercussioni negative sui mercati finanziari.

Lo shopping complessivo delle tre società nel solo 2016 è stato pari a 50 miliardi di dollari e ha compreso l’acquisto del Waldorf Astoria Hotel a New York, da parte di Anbag.

Lo scorso anno il livello degli investimenti è, invece, crollato del 75% in virtù del calo delle operazioni oltre frontiera e della “moral suasion” di Pechino per evitare che le società si indebitino in patria per fare acquisizioni all’estero.

Il processo di “deleveraging” spontaneo e imposto è in corso e vediamo alcuni riscontri.

Wanda

Società fondata dal miliardario Wang Jianlin, fino a qualche anno fa l’uomo più facoltoso del Paese, sta vendendo asset sia all’estero sia in patria.

Nello specifico, sta dismettendo progetti immobiliari a Los Angeles, Chicago e Istanbul, in Inghilterra e a Sidney.

Recentemente, la società ha messo in vendita anche la sua partecipazione nell’Atletico Madrid, la società di calcio di prima divisione spagnola. In patria, Wang ha venduto a luglio parchi tematici e una dozzina di hotel per una cifra intorno ai nove miliardi di dollari.

HNA

La società ha iniziato l’attività come compagnia aerea regionale operativa nella parte meridionale del Paese, una ventina di anni fa.

Recentemente ha iniziato una campagna di shopping di pacchetti azionari di società europee e americane tra le quali le più note sono: Deutsche Bank, della quale detiene il 10% circa, la catena alberghiera Radisson Hotel e una partecipazione in Hilton.

I problemi sono iniziati quando il debito è arrivato a 100 miliardi di dollari e le agenzie di rating hanno abbassato il rating a ‘Tripla C’, il livello poco superiore al default.

Gli investitori hanno, di conseguenza, venduto pesantemente sia le azioni sia le obbligazioni anche delle società controllate, mentre la holding fatica a raggranellare nuova liquidità sui mercati dei capitali e del credito.

Pochi mesi fa ha venduto due lotti di terreno a Hong Kong, acquistati solo 15 mesi prima per due miliardi dollari, e ha ridotto la sua quota nella banca tedesca.

Anbang

La società è stata fondata nel 2004 come una compagnia di assicurazione auto locale e da allora è diventata un gigante finanziario.

Tra le più clamorose operazioni, vi sono l’acquisto per $1,95 miliardi di dollari del Walford Astoria e il tentativo fallito di acquisire la catena alberghiera di Starwood per $14 miliardi.

La società ha speso oltre $20 miliardi in accordi dal 2014 in poi, comprese acquisizioni di compagnie di assicurazioni vita in Olanda e Sud Corea e una banca in Belgio.
La scorsa settimana, a seguito di un’indagine, il governo ha deciso di prendere il controllo della compagnia, di rimuovere il suo fondatore WU e di perseguirlo per crimini finanziari.

CONCLUSIONI

Quale possa essere l’impatto di eventuali default di altri grossi gruppi cinesi è difficile prevederlo.

Si tratterebbe di un effetto più psicologico che finanziario in quanto i debiti, per quanto assai elevati in valore assoluto, rimangono contenuti in percentuale sul totale.

Solo nel caso ci fosse un effetto cascata su altre società e il governo centrale non intervenisse, l’onda lunga potrebbe riflettersi anche sugli altri mercati mondiali.