Obbligazioni – La difficile successione a Mario Draghi

I mercati hanno realizzato una volta di più quanto sarà difficile trovare un successore alla massima poltrona della Bce tra poco più di anno.

Nel corso della conferenza stampa di prammatica, Mario Draghi, nel rispondere con pacatezza e precisione alle domande, è riuscito ancora una volta a trasmettere al mercato serenità e distensione come si vede chiaramente dall’andamento dei rendimenti dei titoli obbligazionari e delle Borse.

Ci si avvicina al week end con meno nervosismo e tranquillizzati da una banca centrale sempre attenta al suo compito e per nulla intenzionata a farsi sopraffare dagli eventi.

Anche il semplice richiamo sul rigore che deve essere comunque perseguito dai Paesi con sbilanci eccessivi è sufficiente a ridare fiducia: il Btp scende all’1,90 per cento.

Il Bund comincia a rivedere quota 0,60% e l’euro si indebolisce quel tanto da far scendere il cambio del dollaro di una figura piena (1,23).

Di là dell’oceano, la notizia dell’introduzione di tariffe e dazi da parte americana su acciaio e alluminio non turba né Wall Street, che chiude in rialzo, né il T-bond, sostanzialmente invariato.

Riallacciandosi alle considerazioni di Draghi, è in realtà preoccupante come la decisione di Trump di sparigliare le carte introducendo l’idea di tariffe differenziate per alcuni Paesi e introdurre una sorta di moratoria per i confinanti Messico e Canada possa disunire un fronte comune di difesa del libero commercio. Ma su questo si valuteranno gli effetti nei giorni a venire.