Obbligazioni – Il pasticcio dei dazi

E’ possibile che il grande tema che terrà banco in settimana sarà come l’Unione tenterà di trovare una risposta alla bordata di Trump. La scelta dell’amministrazione Usa di usare un linguaggio equivoco nell’individuare eccezioni o trattamenti di favore verso i “Paesi amici” crea un notevole imbarazzo laddove la risposta, nel caso dell’Unione, non possa che avvenire a livello evidentemente sovranazionale.

La storia ci insegna che in termini di coesione su politica estera a Bruxelles ci sia ancora molta strada da fare, ma questo banco di prova potrebbe e forse rappresenterà una prova di maturità per dimostrare di saper ormai parlare con voce unica.

I mercati si sono lasciati alle spalle una settimana con chiusura brillante e sembrano non volere rimettere in discussione i risultati di venerdì nella sostanza. L’agenda di giornata è peraltro povera di eventi e bisognerà comunque aspettare il pomeriggio di domani per prendere visione del livello della crescita dell’inflazione negli Usa che, nelle attese, non supererebbe i due decimali.

Anche il dollaro riparte da poco sopra 1,23 contro euro, livello che rappresenta una media quasi aritmetica delle quotazioni dal 20 di febbraio ad oggi e sarà probabilmente il corso del biglietto verde il miglior termometro per monitorare lo stato di una minacciata o forse solo millantata possibile guerra commerciale.

Il T-bond apre la mattinata europea appena sopra il 2,90%, così come i principali titoli governativi del Vecchio Continente. Invariati gli spread.