Mercati – Londra (-1,3%) la peggiore dopo bozza di accordo per la Brexit

Le Borse europee mantengono un’intonazione negativa dopo l’avvio in rosso di Wall Street e in particolare del Nasdaq (-1%) appesantito da Facebook. Intorno alle 15:00, nel Vecchio Continente, scambiano in lieve ribasso Ftse Mib di Milano (-0,3%), Ibex 35 di Madrid (-0,5%) e Cac 40 di Parigi (-0,5%); più arretrati Dax di Francoforte (-0,8%) e Ftse 100 di Londra (-1,3%), quest’ultimo penalizzato anche dal rafforzamento della sterlina.

La moneta britannica scambia a 1,405 dollari e a 0,876 nei confronti dell’euro, dopo l’annuncio di un accordo vicino tra UE e Regno Unito sulla Brexit, anche se rimane da sciogliere il nodo relativo all’Irlanda. Ad annunciarlo sono stati i capi negoziatori delle due parti, per l’Ue Michel Barnier e per Londra David Davis, specificando che il periodo di transizione durerà 21 mesi.

Sempre sul Forex, l’euro/dollaro supera nuovamente quota 1,23 mentre il dollaro/yen resta in area 106, con la valuta giapponese ancora condizionata dallo scandalo che ha coinvolto il governo e causato un calo del consenso del primo ministro Shinzo Abe.

Per il resto, l’attenzione è già rivolta al meeting della Fed, il primo presieduto da Jerome Powell,  che si concluderà mercoledì. Dato per scontato il primo incremento dei tassi del 2018, gli investitori si concentreranno sui toni e sulle sfumature della comunicazione, per capire quanto aggressiva sarà la politica monetaria futura, anche se molto dipenderà dall’andamento economico, i cui indicatori da un po’ di tempo a questa parte danno segnali non sempre coerenti o attendibili.

Tra le materie prime l’oro torna a 1.312 dollari l’oncia, mentre per quanto riguarda il petrolio Wti e Brent sono pressoché invariati rispettivamente a 62,3 e 66,3 dollari al barile. Poco mossi i rendimenti obbligazionari, con il Btp all’1,97%, separato da un differenziale con il Bund tedesco in calo a 138 punti base.

Tra le big cap di Piazza Affari acquisti su FERRAGAMO (+1,6%), ITALGAS (+1,5%) e i bancari UBI (+1,1%) e BPER (+1,1%). Fonti di stampa intanto citano la possibilità che nei prossimi mesi possa partire un altro giro di aggregazioni nel settore bancario. Vendite invece su POSTE ITALIANE, TENARIS, EXOR, SNAM ed ENEL, tutte con perdite che sfiorano il punto percentuale.

Poco mossa GENERALI, mentre alcune indiscrezioni riportano che la famiglia Benetton starebbe valutando la possibilità di salire al 5% del capitale della società.