Intesa SP – Riceve offerta vincolante da Intrum per partnership strategica nei npl

Intesa Sanpaolo ha ricevuto da Intrum un’offerta vincolante per una partnership strategica riguardante i crediti deteriorati.

Tale offerta prevede due operazioni. La prima riguarda la costituzione di un operatore di primo piano nel servicing di npl nel mercato italiano, con l’integrazione delle piattaforme italiane di Intesa Sanpaolo e Intrum, con le seguenti caratteristiche: circa 40 miliardi in servicing; 51% della nuova piattaforma detenuto da Intrum e 49% da Intesa Sanpaolo; un contratto di durata decennale per il servicing di crediti in sofferenza di Intesa Sanpaolo a condizioni di mercato; importanti piani di sviluppo commerciale della nuova piattaforma nel mercato italiano; circa 1.000 dipendenti interessati, incluse circa 600 risorse provenienti dal gruppo Intesa Sanpaolo.

Nel caso in cui si dia seguito all’operazione, è previsto il confronto con le organizzazioni sindacali affinché la partnership valorizzi ulteriormente le risorse umane coinvolte.

La seconda operazione, invece, riguarda la cessione e la cartolarizzazione di un rilevante portafoglio di crediti in sofferenza della banca, una delle più importanti operazioni realizzate nel mercato italiano, pari a 10,8 miliardi al lordo delle rettifiche di valore, ad un prezzo in linea con il valore di carico già determinato per la parte di sofferenze del gruppo aventi caratteristiche di cedibilità, considerando lo scenario di vendita.

La struttura finanziaria del veicolo della cartolarizzazione sarebbe la seguente, al fine di conseguire il pieno deconsolidamento contabile e regolamentare del portafoglio alla data del closing (previsto a novembre 2018): tranche senior corrispondente al 60% del prezzo del portafoglio, che verrebbe sottoscritto da un gruppo di primarie banche; tranche junior e mezzanine pari al restante 40% del prezzo del portafoglio, che verrebbero sottoscritte per il 51% da un veicolo partecipato da Intrum e da uno o più co-investitori, ma che agirebbe comunque come singolo investitore ai fini di governance, e per il restante 49% da Intesa Sanpaolo.

La proposta prevede una valutazione della piattaforma di servicing di Intesa Sanpaolo pari a circa 0,5 miliardi e dei crediti in sofferenza oggetto di cartolarizzazione pari a circa 3,1 miliardi, il che si tradurrebbe in una plusvalenza di circa 400 milioni dopo le imposte nel conto economico consolidato dell’istituto di credito.

L’offerta verrà sottoposta al cda della banca guidata da Carlo Messina, convocato per il prossimo 17 aprile.