Mercati – Milano +1,3% con banche e Fca

Poco prima delle 16:00 le Borse europee proseguono in rialzo, sostenute anche dall’avvio positivo di Wall Street. Il Ftse Mib di Milano avanza dell’1,3%, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (+1,2%), mentre il Cac 40 di Parigi (+0,7%), il Ftse 100 di Londra (+0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%) mostrano guadagni più contenuti.

Oltreoceano gli indici americani scambiano in progresso tra lo 0,8% e l’1% e gli investitori si focalizzano principalmente sul calendario dei risultati corporate, nel quale spiccano oggi i conti di Goldman Sachs che ha nettamente battuto le stime sull’utile per azione, dopo i risultati diffusi ieri da Netfix (+6%). Sembrano momentaneamente ridimensionati, invece, i timori per le tensioni con la Russia e le divergenze commerciali con la Cina, che nel frattempo ha allentato i vincoli di accesso al mercato auto domestico per i produttori esteri.

Sul Forex arretra leggermente il cambio euro/dollaro, riportandosi a 1,225, dopo che l’indice Zew di aprile ha evidenziato un calo oltre le attese della fiducia degli investitori istituzionali tedeschi (-8,2 punti da +5,1 di marzo). Poco mosso il dollaro/yen in area 107,1 in attesa di spunti dal vertice di due giorni tra il primo ministro Shinzo Abe e il presidente americano Donald Trump.

Nell’agenda macro spiccano anche i dati cinesi in linea con le aspettative sul Pil (+6,8%) e quelli contrastanti su vendite al dettaglio e produzione industriale, oltre ai numeri sulla produzione industriale statunitense, in aumento dello 0,5 per cento. In Italia l‘inflazione armonizzata UE si è fermata allo 0,9%, contro il +1,1% della rilevazione preliminare, mentre in Gran Bretagna il tasso di disoccupazione medio dell’ultimo trimestre è sceso ai minimi da più di 3 anni, attestandosi al 4,2 per cento.

La lieve risalita del dollaro e le minori incertezze frenano l’oro a 1.342 dollari l’oncia, in lieve flessione come le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 65,9 e 71,2 dollari al barile.

Acquisti sull’obbligazionario, dove il rendimento del decennale italiano cala all’1,75% e lo spread con il Bund tedesco si riduce a 123 punti base. Buoni segnali per l’economia italiana giungono intanto dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che ha alzato le prospettive di crescita del Pil all’1,5% nel 2018 e all’1,1% nel 2019.

A Piazza Affari avanzano FCA (+3,6%), in scia a un report di JP Morgan che ipotizza una fusione con PSA, e CNH (+2,7%), che ha deciso di modificare alcuni benefit per ex lavoratori dell’azienda in pensione, dopo una sentenza favorevole della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Acquisti sulle banche, in scia all’accordo tra INTESA (+1,8%) e Intrum per una partnership strategica riguardante i crediti deteriorati del valore complessivo di 3,6 miliardi.

Gli investitori si attendono accordi simili anche per gli altri istituti e premiano soprattutto BANCO BPM (+2,6%), che ha concluso con esito positivo il placement della sua prima emissione obbligazionaria senior preferred unsecured, UBI (+1,8%) e BPER (+2,5%), che riunisce oggi per la prima volta il nuovo Cda. Ben intonata anche UNICREDIT (+2%) su cui S&P Global Ratings ha confermato i rating di breve e lungo termine (A2 e BBB rispettivamente).

Denaro su ENI (+1,1%) che ha firmato con la società algerina Sonatrach una serie di accordi volti a rafforzare l’integrazione fra le società nelle attività congiunte nel Paese africano.

Debole PIRELLI (-0,9%), poco mossa infine TELECOM ITALIA (-0,2%) in attesa del Cda straordinario a seguito della richiesta di Consob di integrare la documentazione da mettere a disposizione degli azionisti in vista dell’assemblea del 24 aprile