Mercati – Milano chiude a +1,4% con Fca in luce, debole Tim

Seduta nel complesso positiva per i listini del Vecchio Continente, tra cui spiccano il Dax di Francoforte (+1,6%) e il Ftse Mib di Milano, che chiude in rialzo dell’1,4% a 23.649 punti con le banche ben intonate e Fca (+3,7%) in spolvero. Limitano i guadagni il Cac 40 di Parigi (+0,8%), il Ftse 100 di Londra (+0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,5%).

Ben intonati gli indici di Wall Street, in progresso oltre l’1%, con l’attenzione che torna a focalizzarsi prevalentemente sui risultati societari. Dopo i conti diffusi ieri da Netflix, che spingono il titolo a +8% e trainano il Nasdaq a +1,6%, spiccano oggi i dati trimestrali di Goldman Sachs, in calo dell’1% nonostante l’utile per azione superiore alle stime.

Sembrano momentaneamente ridimensionati, invece, i timori per le tensioni con la Russia e le divergenze commerciali con la Cina, anche se tengono banco gli avvertimenti di Trump sui tassi di cambio. Nel frattempo, Pechino ha annunciato l’intenzione di rimuovere i limiti al possesso azionario da parte dei gruppi stranieri nelle joint venture locali entro il 2022.

Sul Forex arretra leggermente il cambio euro/dollaro, riportandosi sotto quota 1,235, dopo che l’indice Zew di aprile ha evidenziato un calo oltre le attese della fiducia degli investitori istituzionali tedeschi (-8,2 punti da +5,1 di marzo). Poco mosso in area 107,1 il dollaro/yen, in attesa di spunti dal vertice di due giorni tra il primo ministro nipponico Shinzo Abe e il presidente americano Donald Trump.

Nell’agenda macro spiccano anche i dati cinesi in linea con le aspettative sul Pil (+6,8%) e quelli contrastanti su vendite al dettaglio e produzione industriale, oltre ai numeri sulla produzione industriale statunitense, in aumento dello 0,5 per cento. In Italia l‘inflazione armonizzata UE si è fermata allo 0,9%, contro il +1,1% della rilevazione preliminare, mentre in Gran Bretagna il tasso di disoccupazione medio dell’ultimo trimestre è sceso ai minimi da più di 3 anni, attestandosi al 4,2 per cento.

La lieve risalita del dollaro e le minori incertezze frenano l’oro a 1.343 dollari l’oncia, in lieve flessione come le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 66 e 71,2 dollari al barile.

Acquisti sull’obbligazionario, dove il rendimento del decennale italiano cala all’1,75% e lo spread con il Bund tedesco si riduce a 124 punti base. Buoni segnali per l’economia italiana giungono intanto dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che ha alzato le prospettive di crescita del Pil all’1,5% nel 2018 e all’1,1% nel 2019.

A Piazza Affari avanzano FCA (+3,7%), in scia a un report di JP Morgan che ipotizza una fusione con PSA, e CNH (+3%), che ha deciso di modificare alcuni benefit per ex lavoratori dell’azienda in pensione, dopo una sentenza favorevole della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Acquisti sulle banche, in scia all’accordo tra INTESA (+0,9%) e Intrum per una partnership strategica riguardante i crediti deteriorati del valore complessivo di 3,6 miliardi. Gli investitori si attendono accordi simili anche per gli altri istituti e premiano soprattutto BANCO BPM (+2,9%), che ha concluso con esito positivo il placement della sua prima emissione obbligazionaria senior preferred unsecured, UBI (+1,5%) e BPER (+2,1%), che ha riunito oggi per la prima volta il nuovo cda. Ben intonata anche UNICREDIT (+2,1%), su cui S&P Global Ratings ha confermato i rating di breve e lungo termine (‘A2’ e ‘BBB’ rispettivamente).

Denaro su ENI (+1,5%), che ha firmato con la società algerina Sonatrach una serie di accordi volti a rafforzare l’integrazione fra le società nelle attività congiunte nel Paese africano.

Debole PIRELLI (-1,1%) ma in fondo al listino principale scivola TELECOM ITALIA (1,6%), nel giorno del cda straordinario convocato a seguito della richiesta di Consob di integrare la documentazione da mettere a disposizione degli azionisti in vista dell’assemblea del 24 aprile.