Obbligazioni – Nessuna sorpresa dalla Bce

L’evento clou della settimana è finalmente arrivato, anche se la suspense accumulata finora sta svanendo minuto dopo minuto. La Bce ha infatti lasciato tutto invariato sia sul fronte tassi sia su quello del Quantitative easing. Ora la parola va al presidente dell’Eurotower, Mario Draghi.

Il numero uno di Francoforte si è espresso in merito alla crescita del Vecchio Continente che, sebbene cresciuta oltre le attese dopo diversi trimestri, risulta moderata e coerente con un’espansione solida e ampia. Draghi ha poi evidenziato come i segnali di debolezza derivino dall’inflazione, che risulta priva di stimoli rialzisti, e al riguardo è necessario un ampio grado di stimolo monetario per fare crescere la pressione monetaria.

Per quanto riguarda i rischi globali, compresa la minaccia di un aumento del protezionismo, Draghi ha avvertito che sono diventati sempre più evidenti.

Passando all’Italia, proseguono gli interrogativi sulla formazione del nuovo governo. Stando agli ultimi aggiornamenti, oggi si sono concluse le consultazioni tra il presidente della Camera, Roberto Fico, e le delegazioni del Movimento 5 Stelle e del Pd per testare la possibilità di costituire la nuova maggioranza. Inoltre, alle 16:30 è fissato l’incontro tra lo stesso Fico e il capo dello Stato, Sergio Mattarella, per fornigli i responsi degli incontri.

In merito ai rendimenti dei titoli governativi, gli unici movimenti degni di nota li ritroviamo nel tratto a lungo e a breve della curva. Nel primo caso il Bund decennale si mantiene in calo di due centesimi allo 0,62%, mentre il Btp biennale si contrae a -0,19 per cento.

Oltreoceano Wall Street apre in positivo, immersa nel periodo delle trimestrali, ma a tenere banco negli ultimi giorni è sempre il crescente rendimento del T-bond.

Il Treasury decennale, infatti, continua a navigare nell’intorno del temuto 3%, andando a creare un contesto di non semplice interpretazione ma di crescente tensione per gli investitori. In attesa di mosse concrete della Fed, cominciano a circolare alcune indiscrezioni secondo cui l’istituto centrale americano sia pronto a premere il grilletto sparando il colpo del prossimo rialzo dei tassi, sui tre previsti nell’anno in corso, già ad inizio maggio.

In tale contesto, lo spread decennale Usa-Germania sale a 237 punti base.

A livello macro, si segnala la divulgazione dei dati di marzo sugli ordini di beni durevoli, che sono cresciuti oltre le attese, mentre sono rallentati quelli sulle scorte all’ingrosso.