Pil Usa – Un altro solido trimestre

La prima pubblicazione della crescita del primo trimestre degli Stati Uniti si è fermata al 2,3%, un risultato al di sopra delle aspettative del 2,1%, ma inferiore al 3,1%, media degli ultimi tre trimestri.

Il dato è in linea con la crescita degli ultimi nove anni (linea rossa) che seguono l’ultima recessione, ma più basso rispetto alla media dal 1948 ad oggi che supera di un soffio il tre per cento (linea blu).

In definitiva, il risultato conferma che la crescita dell’economia americana è ancora forte nel momento in cui il ciclo economico attuale è diventato il secondo più longevo di sempre, dietro solo all’ultima decade del precedente millennio. Qualora il Pil dovesse essere positivo a fine luglio, esito molto probabile, l’attuale fase espansiva diventerebbe la più lunga di sempre.

Alla base di questo ciclo economico così lungo vi sono fattori demografici e l’aumento della globalizzazione, ma anche un intervento straordinario della banca centrale statunitense a sostegno della ripresa economica. Quest’ultimo è solo rallentato nell’ultimo periodo, continuando a dare il suo apporto determinante alla crescita.

Tornando al primo trimestre, il dato tende ad essere più debole da alcuni anni rispetto ai successivi altri tre periodi dell’anno. Dal 2010, la media del primo trimestre si attesta ad un +1,3% rispetto ad un tasso annuale del 2,5% dal secondo al quarto, in particolare per fattori climatici negativi (inverni rigidi e nevosi).

La proiezione di crescita per il corrente anno si attesta tra il 2,4% e il 2,8%, al di sopra della media degli ultimi anni ed uno tra i livelli più elevati dell’ultimo decennio.

I tre mesi precedenti hanno beneficiato di consumi privati molto sostenuti, seppure non ai livelli della fine del 2017, e di una buona intonazione delle esportazioni, confermando la continuazione di una fase di espansione ancora florida.

Anche il dato sull’attività manifatturiera domestica del mese di aprile, pubblicato ad inizio settimana, il migliore da metà 2016, conforta su un buon andamento anche del corrente trimestre.

SINTESI

L’attuale crescita del Pil non mostra alcun segnale di cedimento e si mantiene stabile sui livelli degli anni precedenti.

Alcune pressioni inflazionistiche incominciano ad aumentare, anche in virtù di un mercato del lavoro in piena occupazione che potrebbe portare ad incrementi dei salari nei prossimi mesi ed in seguito all’impennata del prezzo di alcune materie prime.

L’uscita graduale della Fed dal programma di Quantitave Easing permetterà di consolidare questa crescita che rimane minacciata solo dal rialzo dei tassi che è stato repentino da inizio anno e che potrebbe ulteriormente aumentare nei prossimi mesi, appesantendo un’economia che è già molto indebitata sia a livello privato sia societario, ma anche statale/governativo (debito pubblico).