Obbligazioni – L’ascesa strisciante del T-bond

Mentre l’attenzione resta focalizzata sulla questione politica italiana e gli inevitabili riflessi, negativi, per gli strumenti finanziari made in Italy (titoli di Stato e azioni), continua il lento ma costante movimento di salita del rendimento dei tassi negli Stati Uniti.

Come era già stato sottolineato ieri, oltre al rendimento nominale, quello che vediamo in maniera immediata (nel caso del T-bond a dieci anni stamane al 3,11%), sale, cosa più preoccupante, quello reale, che sempre sulla stessa durata si porta allo 0,92 per cento.

Il percorso sembra segnato, ma trascina inevitabilmente con sé anche i tassi internazionali.

Focalizzando l’attenzione sul Btp (al 2,10% a dieci anni), si perde di vista che anche il rendimento del più virtuoso Bund ha messo a segno quasi dieci centesimi di aumento in cinque giorni.

Il caso italiano spicca per intensità innescata, come evidente, dal contratto o, forse meglio, manifesto di governo, ma più nel profondo impensierisce l’ipotesi di un esecutivo disallineato alla “moral suasion” di Bruxelles che potrebbe scuotere le fondamenta dell’Europa.

Il cambio euro/dollaro si è riportato su quota 1,18 (poco sopra stamane) e non dà comunque, al momento, segnali in questa direzione.