Mercati Asiatici – L’escalation di tensioni commerciali frena i listini, pesante la Cina

Le Borse asiatiche si muovono in territorio negativo in scia alla chiusura in ribasso di Wall Street, con i listini rallentati dall’inasprirsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

Negli ultimi giorni, infatti, l’attenzione dei mercati è rivolta all’asse Washington-Pechino e ai continui botta e risposta di dazi. Gli Stati Uniti introdurranno dazi per 50 miliardi di dollari con un’imposizione tariffaria pari al 25% sulle importazioni di prodotti cinesi “che contengono tecnologie industriali significative” e anche su alcune merci legate al piano cinese di sviluppo industriale “Made in China 2025”.

Nel dettaglio, l’oggetto della tassazione saranno 818 categorie di prodotti, già inclusi nella lista preliminare presentata lo scorso aprile, per un valore complessivo di 34 miliardi di dollari. L’imposizione fiscale su tali prodotti sarà effettiva dal prossimo 6 luglio.

Inoltre, è prevista una seconda tranche di dazi su un’altra lista di 284 prodotti del valore complessivo di 16 miliardi di dollari. Tale gruppo di imposte partirà successivamente a un iter di approvazione.

In Giappone, il Nikkei cede l’1,5% attestandosi a 22.344,25 punti in prossimità della chiusura. Andamento analogo anche per il più ampio indice Topix (-1,3%) a 1.748,49 punti. I listini sono rallentati anche dall’apprezzamento dello yen sul dollaro, con il cambio che scende a 109,7 (ieri era a 110,5).

Dopo la pausa festiva di ieri le Borse della Cina continentale viaggiano in pesante calo, con Shanghai a -3% (ai minimi da due anni) e Shenzhen a -4,4 per cento. In rosso anche la piazza di Hong Kong (-2,3%).

Tornando alla vicende commerciali, le tensioni tra Washington e Pechino sono sempre più accese. Gli ultimi aggiornamenti riportano che la contromossa statunitense ai dazi cinesi per complessivi 50 miliardi di dollari è stato l’avvertimento al Paese del Dragone di imporre un’aliquota del 10% su 200 miliardi di beni cinesi. Al riguardo il presidente americano, Donald Trump, ha dichiarato che tale azione è stata necessaria poiché la Cina ha aumentato le tariffe sulle esportazioni a stelle e strisce e “non ha intenzione di cambiare le sue pratiche sleali relative all’acquisizione di proprietà intellettuale americana e tecnologia”.

La Cina ha promesso “di reagire fermamente e di prendere contromisure complessive sia qualitative che quantitative” se gli Stati Uniti introdurranno dazi aggiuntivi.

In precedenza Pechino ha risposto alla prima minaccia statunitense stilando una lista di 545 prodotti statunitensi da tassare. Nel dettaglio, le imposizioni tariffarie saranno pari a 34 miliardi di dollari e riguarderanno le esportazioni a stelle e strisce del settore agroalimentare, ittico e automobilistico. Si ricorda che i dazi cinesi avranno efficacia dal prossimo 6 luglio così come quelli statunitensi.

Inoltre la Cina potrebbe introdurre tariffe per un valore di 16 miliardi di dollari sui prodotti chimici, attrezzature mediche e prodotti energetici, qualora gli States estenderanno i dazi anche alla seconda lista di prodotti cinesi resa nota qualche giorno fa.

A livello geopolitico, si segnala l’arrivo a Pechino del leader nordcoreano, Kim Jong-Un, a Pechino. La permanenza di Kim sarà di due giorni e secondo i rumor di stampa è previsto un incontro con il presidente cinese, Xi Jinping, per informarlo sul vertice di settimana scorsa con Trump.

Le altre Borse, dove sono ancora aperte le contrattazioni, alle 08:10 ora italiana viaggiano in territorio negativo. La piazza di Jakarta è chiusa per festività.

L’indice Msci Asia Pacific cede lo 0,8%, mentre l’oro tratta a 1.283,75 dollari l’oncia.